Rush finale in Friuli Meloni punta all’exploit La “variante” Fedriga
MASSIMILIANO FEDRIGA PRESIDENTE CONFERENZA DELLE REGIONI
Quattro candidati (Massimiliano Fedriga per il Centro destra, Massimo Moretuzzo per il Centro sinistra, Alessandro Maran per Aione-Italia viva e +Europa e Giorgia Tripoli per Insieme liberi, la lista ispirata dai No vax) e tredici liste. È un dato che pare già incontrovertibile: il centro destra in Friuli-Venezia Giulia succederà a se stesso. E sarà ancora guidato dal presidente uscente, il leghista Massimiliano Fedriga. Vittoria scontata, certo. Ma tutto il resto – ruolo e potere del governatore che saranno sicuramente ridimensionati, equilibri politici all’interno della coalizione, composizione del prossimo esecutivo, presidenza del Consiglio, partecipate regionali – resta la grande incognita di queste regionali. Dove appunto il centro destra, dopo i verdetti della Lombardia e del Lazio, subirà una nuova ricomposizione e redistribuzione dei rapporti di forza. E con il risultato finale pressoché scontato, il focus di queste elezioni si sposta giocoforza sul duello tra Giorgia Meloni, convitato di pietra di questa consultazioni, e Massimiliano Fedriga che sta affrontando una doppia disputa: quella contro FdI per la leadership politica in Fvg e quella tutta interna alla Lega. Dalla quale si è in parte smarcato presentandosi con una sua, di lista: “Fedriga presidente”, appunto. Una lista che ha sì imbarcato Progetto Fvg, che alle precedenti elezioni regionali del 2108 aveva ottenuto il 6,3 per cento dei consensi, ma che si avvale – cosa poco gradita nei piani alti del Carroccio milanese – anche di diversi esponenti di spicco del Carroccio, tra cui l’assessore alle Finanze, Barbara Zilli, e quello alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, che si è dimesso dall’incarico di segretario provinciale di Udine del Carroccio proprio in vista della sua candidatura nella lista “Fedriga presidente”. Il governatore punta a ottenere un risultato della sua lista attorno al 20 per cento. Ma gli ultimi dati hanno di molto ridimensionato le sue aspettative al punto che potrebbe profilarsi un testa a testa con la lista ortodossa della Lega. Il Carroccio alle ultime regionali aveva incassato il 34,91 per cento dei voti che gli avevano “regalato” 17 consiglieri regionali e che avevano consentito – assieme agli alleati – di eleggere Fedriga con il 57 per cento dei voti. Preistoria, probabilmente, visto che alle recenti politiche il Carroccio era sprofondato al 10,9 per cento. Come dire che Lega e lista Federiga presidente dovranno spartirsi un bottino elettorale che con tutta probabilità sarà inferiore a quello di Fratelli d’Italia.
FEDRIGA “AMMONITO”
Sabato scorso, il Capitano assieme ai ministri della Lega (Calderoli, Valditara, Locatelli, Giorgetti e Gava) è arrivato a Pordenone per spingere la Lega. Nell’occasione – assicurano fonti leghiste – c’è stato un faccia a faccia con Fedriga, il quale è stato ripreso per il troppo impegno che sta profondendo nei confronti della sua lista a discapito di quella della Lega. Del resto, non è un mistero che la luna di miele tra il presidente del Fvg e Salvini sia finita da un pezzo e che il primo sia finito nel libro nero dei pericolosi competitor del segretario nazionale. L’europarlamentare Marco Dreosto assicura – noblesse oblige – che non si è verificato alcun incidente di percorso e che si è trattato di “un’ottima iniziativa sul territorio. E si limita a questo commento: “Previsioni? Figurarsi, sbagliano anche i sondaggisti. Massimiliano otterrà un grandissimo risultato e la Lega farà altrettanto”. Fine della polemica. Rassicurazioni che non riescono comunque a dissipare i mali di pancia all’interno della Lega. Tutta acqua per il mulino di Fratelli d’Italia. La cui leader, Giorgia Meloni, venerdì (assieme allo stesso Salvini e a Tajani) sbarcherà a Udine per mettere il suggello a una campagna elettorale che ha il sapore della cronaca di una vittoria annunciata. I dati non lasciano spazio a dubbi. Resta soltanto da capire in che termini si tradurrà la vittoria del partito del premier. Cinque anni fa FdI aveva incassato alle regionali un risicato 5,5 per cento dei consensi lievitato alle politiche dello scorso mese di settembre al 31,3 per cento (Forza Italia aveva ottenuto il 12,06 per ceto nel 2018 e il 6,4 per cento alle politiche), ponendolo nettamente in testa all’interno della coalizione del centro destra. “Puntiamo ad ottenere almeno il 25 per cento”, affermano i vertici del partito regionale. Un risultato che consentirebbe a FdI di assicurarsi il 50 per cento degli assessori e la vicepresidenza della Giunta. Come dire, insomma, che una volta insediatosi Fedriga dovrà come minimo rispolverare il manuale Cencelli e subire le legittime rivendicazioni di Meloni per la formazione dell’esecutivo. Fedriga sa perfettamente che al di là del risultato delle urne del 2 e 3 aprile non sarà più il padre padrone del Fvg e probabilmente neppure della Lega del Fvg. “La sua – aveva tuonato infatti un esponente di spicco del Carroccio regionale – è principalmente la lista di Progetto Friuli ed è in antitesi con la nostra. Prova ne sia che in qualche collegio ci sono un candidato del Carroccio e uno della sua lista. E il posto è uno solo…”. FdI gongola. Ha aperto le sue liste anche ad esterni. Continua a dare di sé una rinnovata immagine di partito moderato. Evita ogni polemica dentro il centro destra. Vuole confermare la sua supremazia ripetendo il successo elettorale delle recenti regionali. Ed è perfettamente consapevole che nel braccio di ferro Meloni-Fedriga parte in netto vantaggio.
FEDRIGA “AMMONITO”
Sabato scorso, il Capitano assieme ai ministri della Lega (Calderoli, Valditara, Locatelli, Giorgetti e Gava) è arrivato a Pordenone per spingere la Lega. Nell’occasione – assicurano fonti leghiste – c’è stato un faccia a faccia con Fedriga, il quale è stato ripreso per il troppo impegno che sta profondendo nei confronti della sua lista a discapito di quella della Lega. Del resto, non è un mistero che la luna di miele tra il presidente del Fvg e Salvini sia finita da un pezzo e che il primo sia finito nel libro nero dei pericolosi competitor del segretario nazionale. L’europarlamentare Marco Dreosto assicura – noblesse oblige – che non si è verificato alcun incidente di percorso e che si è trattato di “un’ottima iniziativa sul territorio. E si limita a questo commento: “Previsioni? Figurarsi, sbagliano anche i sondaggisti. Massimiliano otterrà un grandissimo risultato e la Lega farà altrettanto”. Fine della polemica. Rassicurazioni che non riescono comunque a dissipare i mali di pancia all’interno della Lega. Tutta acqua per il mulino di Fratelli d’Italia. La cui leader, Giorgia Meloni, venerdì (assieme allo stesso Salvini e a Tajani) sbarcherà a Udine per mettere il suggello a una campagna elettorale che ha il sapore della cronaca di una vittoria annunciata. I dati non lasciano spazio a dubbi. Resta soltanto da capire in che termini si tradurrà la vittoria del partito del premier. Cinque anni fa FdI aveva incassato alle regionali un risicato 5,5 per cento dei consensi lievitato alle politiche dello scorso mese di settembre al 31,3 per cento (Forza Italia aveva ottenuto il 12,06 per ceto nel 2018 e il 6,4 per cento alle politiche), ponendolo nettamente in testa all’interno della coalizione del centro destra. “Puntiamo ad ottenere almeno il 25 per cento”, affermano i vertici del partito regionale. Un risultato che consentirebbe a FdI di assicurarsi il 50 per cento degli assessori e la vicepresidenza della Giunta. Come dire, insomma, che una volta insediatosi Fedriga dovrà come minimo rispolverare il manuale Cencelli e subire le legittime rivendicazioni di Meloni per la formazione dell’esecutivo. Fedriga sa perfettamente che al di là del risultato delle urne del 2 e 3 aprile non sarà più il padre padrone del Fvg e probabilmente neppure della Lega del Fvg. “La sua – aveva tuonato infatti un esponente di spicco del Carroccio regionale – è principalmente la lista di Progetto Friuli ed è in antitesi con la nostra. Prova ne sia che in qualche collegio ci sono un candidato del Carroccio e uno della sua lista. E il posto è uno solo…”. FdI gongola. Ha aperto le sue liste anche ad esterni. Continua a dare di sé una rinnovata immagine di partito moderato. Evita ogni polemica dentro il centro destra. Vuole confermare la sua supremazia ripetendo il successo elettorale delle recenti regionali. Ed è perfettamente consapevole che nel braccio di ferro Meloni-Fedriga parte in netto vantaggio.
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