Attualità

Caldo, la “tartaruga” della raccolta dati

Manca - nessuno ha il coraggio di dirlo - un sistema di monitoraggio centralizzato e tempestivo, non tutte le Regioni o strutture sanitarie hanno piani operativi o sistemi informatizzati

di Angelo Vitale -


Con questo fine settimana si conclude il primo e vero fronte di impatto che l’ondata di caldo estremo ha avuto sull’Italia. Le temperature hanno raggiunto e superato i 40°C in molte città, il ministero della Salute ha emesso ieri il massimo livello di allerta, il bollino rosso per 20 città con un leggero calo previsto già da oggi quando le città in allerta scenderanno a 15.

Il picco di caldo è stato accompagnato da gravi disagi, blackout, e purtroppo anche vittime, soprattutto tra le fasce più fragili della popolazione.

Caldo, il meteo che cambia

Nel weekend arriveranno i temporali con un cambiamento significativo: un fronte temporalesco in discesa dal Nord Europa porterà temporali e grandinate, soprattutto su Alpi, Prealpi e pianure del Nord, con un conseguente calo delle temperature in queste aree. Al Centro-Sud, invece, il clima resterà ancora caldo e soleggiato, con un abbassamento termico più graduale previsto per l’inizio della prossima settimana. Il caldo, insomma, resterà ancora il protagonista in molte regioni anche in alcune aree i temporali potranno essere intensi e localizzati, con rischio perfino di nubifragi.

Schillaci annuncia una cabina di regia

Se non c’è e forse non potrà mai esserci una più convinta regia nazionale sull’emergenza caldo, il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervistato in Rai a UnoMattina, ha annunciato il via di una “cabina di regia alla quale collaboreranno oltre al dipartimento Protezione della salute, il dipartimento della Protezione Civile e il dipartimento Prevenzione della Regione Lazio, Inail”.

Sulla mortalità e sul numero di ricoveri nei Pronti Soccorso, da più parti indicati come la vera spia di quanto accade e cui si deve far fronte in un’ottica di reale monitoraggio costante della situazione – si è parlato di aumenti tra il 5 e il 20%, siamo purtroppo ancora alle rassicurazioni: “Rispetto agli anni precedenti non stiamo notando per fortuna un’aumentata mortalità. Avremo dati più certi nei prossimi giorni però per il momento la situazione è sotto controllo”.

Nessun dato preciso, nemmeno parziale, da Schillaci pure sui contatti del numero 1500: “Abbiamo registrato molte telefonate di over 65”. La verità è che, con la sanità in mano alle Regioni, i dati, soprattutto quelli relativi a emergenze come il caldo, richiedono un’attenta raccolta e validazione da parte degli ospedali e delle autorità sanitarie prima di essere diffusi ufficialmente.

La “tartaruga” della raccolta dati

Questo processo può richiedere giorni, perché bisogna distinguere i casi direttamente attribuibili al caldo da altre cause concomitanti. E mancanessuno ha il coraggio di dirloun sistema di monitoraggio centralizzato e tempestivo, non tutte le Regioni o strutture sanitarie hanno piani operativi o sistemi informatizzati per la segnalazione immediata dei casi correlati al caldo e alcune Regioni sono in ritardo nell’attivazione di piani di emergenza e coordinamento con i medici di base e i pronto soccorso.

Si aggiunge la difficoltà di attribuzione causale: non sempre è semplice stabilire se un ricovero o un decesso sia causato direttamente dal caldo o da patologie aggravate dal caldo, soprattutto in soggetti fragili come anziani o malati cronici. Questo rallenta la comunicazione di dati certi e affidabili.

I dati, per ora, devono attendere.


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