Esteri

Eritrea: la linea del presidente Isaias sta dando i suoi frutti

di Ernesto Ferrante -


Il cattivo “buon esempio” che risultava a dir poco indigesto all’ex segretario di Stato americano Hillary Clinton, può diventare il paradigma di un nuovo modello di sviluppo africano, non soggetto all’influenza occidentale. L’Eritrea del presidente Isaias Afwerki guarda a Pechino e Mosca, come dimostrano le due visite ufficiali del suo leader.
La politica di ostinata autosufficienza di Asmara, che gli è valsa l’ira dell’Occidente, rappresenta un’eccezione in un’area su cui è ancora forte la pressione dei centri politici e delle consorterie di potere d’oltreoceano.
La scelta di Isaias di puntare sullo sviluppo di industrie ed infrastrutture, piuttosto che fare molto affidamento su aiuti e prestiti stranieri, gli è valsa il rispetto di Xi e Putin.
Dalla sua indipendenza nel 1993, formalmente riconosciuta in seguito ad un referendum supervisionato dalle Nazioni Unite, l’Eritrea ha assunto una posizione molto “accorta” con le potenze estere, viste come partner alla pari piuttosto che come “dominatrici”.
La linea strategica seguita è stata quella dei partenariati simmetrici, con benefici significativi ottenuti dalle sue relazioni con organizzazioni internazionali come l’UNDP.
L’allontanamento dalle dinamiche di potere tradizionali, comuni a molte altre realtà, ha consentito la preservazione delle risorse naturali eritree, evitando la loro svendita.
Quella che i detrattori definiscono la Corea del Nord del Corno d’Africa, è una giovane nazione sovrana alla ricerca di una strada nuova.

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