Meloni in parlamento: “Migranti, Ucraina e tassi. E il Mes non va preso da solo”
Quella del Mes è “una partita complessa, sulla quale io credo che l`Italia abbia obiettivi condivisi da gran parte delle forze politiche e che sono stati oggetto di sostegno bipartisan già con i governi precedenti. Per questa ragione, lo voglio dire con serenità ma anche con chiarezza, non reputo utile all’Italia alimentare in questa fase una polemica interna su alcuni strumenti finanziari, come ad esempio il Mes”. Così la premier Giorgia Meloni, nell’Aula della Camera, nelle sue comunicazioni in vista del consiglio europeo. Per la presidente: “L`interesse dell’Italia oggi è affrontare il negoziato sulla nuova governance europea con un approccio a pacchetto, nel quale le nuove regole del patto di stabilità, il completamento dell`Unione bancaria e i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutono nel loro complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale. Prima ancora di una questione di merito c’è una questione di metodo su come si faccia a difendere l`interesse nazionale”.
Meloni ne ha anche per la Bce. E sulla vicenda dei tassi tuona: “L’inflazione è tornata a colpire le nostre economie, una odiosa tassa occulta che è giusto combattere con decisione. Ma la ricetta Bce è semplicistica, non appare agli occhi di molti la strada più corretta da perseguire. Il rischio è che l’aumento colpisca più le nostre economie che l’inflazione, che la cura sia più dannosa della malattia”.
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Tema centrale nell’intervento conclusosi da pochi minuti della presidente del consiglio in parlamento è stato quello della guerra in Ucraina. “L’Italia in Ucraina difende il suo interesse nazionale”. Per la premier: “La capitolazione ucraina avrebbe comportato il crollo del diritto internazionale e del sistema di convivenza nato dopo la seconda guerra mondiale”. Pertanto, spiega Meloni, “se non avessimo aiutato Kiev, se gli ucraini non avessero stupito il mondo con il loro coraggio, saremmo in mondo in cui alla forza del diritto si sarebbe sostituito il diritto del più forte, quello di chi è potente di invadere il vicino, avremmo un mondo instabile e pericoloso, senza regole che non siano quelle delle armi. E in questo mondo, l’Europa e l’Italia avrebbero solo da perderci”.
Meloni ha proseguito: “Lavoriamo a una pace giusta e duratura che garantista l’integrità territoriale. Siamo impegnati a lavorare in ogni sede internazionale, a sostenere gli sforzi tesi a che i crimini internazionali commessi durante l’aggressione all’Ucraina siano perseguiti tramite il lavoro corte internazionale. Penso al rapimento dei bambini ucraini di cui non si hanno più notizie: da madre sono stata segnata da questa terribile vicenda”.
Poi la presidente del consiglio fa riferimento a un altro e non secondario aspetto della guerra in Ucraina: “Il nostro sostegno all’economia ucraina è solido, va di pari passo con la ricostruzione. La comunità internazionale guarda tutta nella stessa direzione. Guardiamo a un’Ucraina ricostruita, saremo protagonisti con lo siamo già stati con la conferenza per la ricostruzione, che ha permesso di portare a Roma i sistemi imprenditoriali di Italia e Ucraina. Scommettiamo su futuro di pace, prosperità e integrazione europea, gli ucraini devono fare parte integrante famiglia europea. L’Italia assicura il sostegno con la cooperazione allo sviluppo tuttavia sarà necessario trovare una soluzione duratura per la libera circolazione del prodotti agricoli nel mar Nero”.
Infine Meloni ha concluso sul tema: “Sosteniamo gli incessanti sforzi del presidente dell’Iea Grossi per garantire la sicurezza nucleare. Dopo l’atto criminale alla diga di Nova Kharkova, siamo preoccupati per la centrale Zaporizhzhia”.
Dalla presidente, prima ancora, erano piovute parole di fuoco sul tema dei migranti. Meloni ha espresso il suo “cordoglio per la recente tragedia avvenuta a largo delle coste greche, rinnovando a nome del Governo la nostra vicinanza ai familiari delle vittime il nostro impegno in ogni sede a stroncare il disumano traffico di esseri umani che continua a mietere vittime nel Mediterraneo”. La premier rivendica che “al Consiglio europeo straordinario del febbraio scorso, grazie all’azione dell’Italia, finalmente è stato riconosciuto da tutti gli Stati membri e dalle istituzioni europee che la migrazione è una sfida europea e dunque richiede risposte europee”. Pertanto, Meloni ha ribadito che “non avrei mai accettato di essere pagata per trasformare l’Italia nel campo profughi” e ha rivendicato che “quello che abbiamo chiesto e ottenuto è che le risorse alimentino un fondo per difendere i confini esteri, non per gestire l’immigrazione illegale ma per contrastarla”.
Ma all’immigrazione è legato un argomento decisivo per l’azione di governo. Cioè il Piano Mattei. “Occorre mantenere alta l’attenzione dell’Ue nei confronti della paesi della sponda sud del Mediterraneo e dell’Africa, coniugare la lotta ai trafficanti con politiche di sviluppo, il rapporto con i paesi di origine e transito deve essere considerato prioritario e deve concretizzarsi attraverso partenariati finanziati con risorse adeguate”.
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