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L’INGRANDIMENTO – Il Tar stanco della monnezza: il termovalorizzatore s’ha da fare

di Adolfo Spezzaferro -


Via libera al tanto discusso termovalorizzatore, il Tar del Lazio ha respinto i ricorsi presentati dai Comitati, dalle Associazioni ambientaliste, dai Comuni di Albano, Ardea e Ariccia contro il Piano rifiuti di Roma Capitale e la realizzazione dell’inceneritore della città. I ricorsi, scrivono i giudici nella sentenza, devono essere rigettati perché “destituiti di fondamento”. “Una città senza termovalorizzatore è una città che inquina”: esulta Il sindaco Pd di Roma Roberto Gualtieri, che parla di “decisione importante che salutiamo con grande favore. Roma avrà finalmente il termovalorizzatore e tutti gli altri impianti necessari a raggiungere l’autosufficienza e a chiudere il ciclo dei rifiuti e quindi a poter poi migliorare in modo strutturale la qualità della raccolta. Una città senza impianti è una città che non può avere un sistema ordinario funzionante di raccolta ed è una città che tra l’altro inquina ed emette CO2”. Grazie alla decisione del Tar, sottolinea Gualtieri, si potrà “andare avanti rispettando la tabella di marcia, la gara e poi l’apertura dei cantieri”.

Tar respinge ricorsi: il termovalorizzatore si farà

Nel dettaglio, i giudici amministrativi spiegano che la previsione del Piano commissariale non incide “sull’assetto complessivo del sistema” ed è in linea con i “criteri direttivi eurounitari”. Inoltre “non sembra potersi negare che la risoluzione delle questioni legate alla gestione dei rifiuti di Roma Capitale e alla chiusura del ciclo, anche assicurata da una razionalizzazione e realizzazione di nuovi impianti, compreso il tmv, abbia attinenza sia con le più generali politiche energetiche sia con la realizzazione di condizioni attesa a valorizzare” imprese e investimenti. Ancora, il sito localizzato non ha nessun fattore escludente, “né può revocarsi in dubbio quanto al requisito della necessità e urgenza l’esistenza di una situazione emergenziale” derivante “dal maggiore afflusso di individui” in occasione del Giubileo. Inoltre, dice la sentenza, chi avrebbe dovuto semmai sollevare un problema di competenze sarebbe la Regione, che però “non ha promosso alcun giudizio di legittimità” trattandosi peraltro di “temporanea allocazione di poteri” in capo al commissario. Rispetto alla localizzazione del termovalorizzatore, è ribadito che “a oggi sul sito in esame”, Santa Palomba, non insiste alcun fattore escludente di tutela integrale”. Né risulta rilevante l’individuazione preventiva del sito e l’acquisizione da parte di Ama, la società che gestisce raccolta e smaltimento rifiuti per conto di Roma Capitale, prima dell’adozione del Piano. Inoltre “impianti di recupero di energia fanno parte della gerarchia dei rifiuti e sono comunque necessari alla chiusura del ciclo di gestione rendendo come deve essere residuale lo smaltimento in discarica”.


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