Ambiente

Terra, fine delle risorse: da oggi siamo in debito

di Angelo Vitale -


Stop. Scaduto ieri l’Earth Overshoot Day 2023, il “Giorno del Sovrasfruttamento della Terra” calcolato ogni anno dal Global Footprint Network utilizzando i dati dei National Footprint e Biocapacity Accounts, che indica l’esaurimento ufficiale delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di offrire nell’arco di un anno.

Insomma il 2 agosto ha sancito, per l’umanità, la fine di tutte le risorse che la natura produce in un intero anno e l’inizio del debito. Lo ricorda come sempre il Wwf: siamo 8 miliardi e consumiamo le risorse più in fretta di quanto la stessa Terra faccia in tempo a rigenerarle. Nel 1973 l’Overshoot day era caduto il 3 dicembre. Nel 2003, il 12 settembre. Nel 2013, il 3 agosto. Un debito che cresce.

L’estate di fuoco che stiamo vivendo ne è il costo più evidente. Secondo il World Weather Attribution (un gruppo di climatologia mondiale, ndr) le ondate di calore delle ultime settimane in Europa e Usa sarebbero state “virtualmente impossibili” senza il climate change. Perché nel mondo stiamo consumando l’equivalente di 1,7 Pianeti all’anno, fino a 2 Pianeti entro il 2030, se continuiamo così.

Come ridurre questo debito? Sarebbe necessario spostare in avanti l’Earth Overshoot Day di 19 giorni all’anno fino al 2030. Per esempio, se usassimo energia al 75% da rinnovabili potremmo spostare l’Overshoot day di 26 giorni. Dimezzare lo spreco alimentare ci farebbe guadagnare 13 giorni. Sostituendo il 50% del consumo mondiale di carne con alimenti di origine vegetale, guadagneremmo 7 giorni. Mangiando carne di allevamenti biologici o estensivi guadagneremmo altri 5 giorni. Con acquisti local all’80% del nostro cibo, sposteremmo la data di 2 giorni.

L’Italia, avverte il Wwf, è uno dei Paesi a più elevato debito ecologico. Il nostro Overshoot Day era arrivato già il 15 maggio: da quel giorno siamo in debito con la Terra, in anticipo di 250 giorni sul 31 dicembre. Facciamo male, per il think tank Global Footprint Network, soprattutto nei consumi alimentari e nei trasporti.


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