L’INGRANDIMENTO – Il caso Kata arrestato lo zio per il racket dell’hotel
Forse una svolta, o almeno un passo avanti sul caso di Kata, la bambina di cinque anni scomparsa a Firenze lo scorso 10 giugno, sembra esserci una pista che potrebbe portare a scoprire il destino della piccola. Nella mattinata di ieri la squadra mobile di Firenze, con l’ausilio di reparti dei carabinieri, ha arrestato lo zio materno della bambina.
Un arresto che non rientra direttamente nel caso specifico della sparizione di Kata – anche se probabilmente collegato -, ma riguarda un’inchiesta su un presunto racket per il controllo delle stanze dell’ex Hotel Astor, l’edificio occupato dove viveva la piccola con la famiglia e anche il luogo in cui è stata vista per l’ultima volta. Sono stati infatti eseguiti dalle forze dell’ordine sia gli arresti (per anche altre tre persone oltre lo zio di Kata) che perquisizioni, in cui sono stati coinvolti anche i genitori della piccola peruviana. L’indagine sul racket degli “affitti” per le stanze occupate e gestite da gruppi di migranti – nello stabile ora sgomberato vivevano sia famiglie di origine sudamericana che famiglie di origine rumena – non parte dalla scomparsa di Kata, ma da qualche giorno prima.
L’episodio scatenante fu quello del 28 maggio scorso, quando un uomo di nazionalità ecuadoregna precipitò da una finestra dell’immobile di via Maragliano per sfuggire a un’aggressione. Difatti, i reati contestati dalla Procura contestati sono non solo quelli di estorsione, tentata estorsione e rapina, commessi tra il novembre del 2022 e lo scorso maggio, ma anche quelli di tentato omicidio e lesioni gravi per gli atti commessi, appunto, il 28 maggio. Quel giorno, secondo quanto ricostruito dai testimoni che vi erano all’ex Astori vi fu un raid punitivo nei confronti di alcuni occupanti. Nello specifico, i quattro indagati, avrebbero attuato un primo pestaggio con mazza da baseball, minacciando di morte una coppia di connazionali se non avessero lasciato la stanza. Dopo essersi allontanati, poi, gli aggressori avrebbero proseguito le violenze nei confronti di altri occupanti di una stanza vicina per far ritorno nella stanza della coppia dirigendosi verso la vittima, che per timore di essere uccisa si appendeva con le mani al davanzale della finestra e si faceva cadere al suolo.
Sono proprio questi raid e questi atti di violenza a poter entrare e intersecarsi direttamente con il caso della piccola Kata. La sua sparizione potrebbe essere collegata a queste faide interne e potrebbe essere inserita in una sorta di “regolamento di conti” o anche in una vendetta messa in atto da chi avrebbe ricevuto violenza da parte dei parenti della bambina.
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