Economia

Draghi: “Sud centrale nella strategia del gas”

E Carfagna annuncia: rigassificatori nel Mezzogiorno.

di Alessio Gallicola -


 

“Dobbiamo rafforzare la cooperazione tra Paesi del Mediterraneo anche nella politica energetica. La guerra in Ucraina ha fatto emergere la pericolosità della nostra dipendenza dal gas russo. L’Italia si è mossa con la massima celerità per diversificare le forniture di gas e intende continuare a farlo. E in tutto questo, il Sud è centrale”. Lo ripete come un mantra, il premier Draghi, davanti al presidente Mattarella, istituzioni, mezzo governo, il Gotha dell’imprenditoria italiana, esponenti di spicco del mondo istituzionale europeo, mediorientale e della sponda sud del Mediterraneo, messi insieme dal Ministero per il Sud e da The European House Ambrosetti nell’ambizioso programma “Verso il Sud”, una prima volta assoluta per il Mezzogiorno, che mai aveva vissuto una simile presenza contemporanea di istituzioni, politica e stakeholders di livello internazionale.
“Il Sud è una piattaforma naturale, può diventare un hub energetico di cui si sente il bisogno. Tutta l’attività nel campo del gas, di cui si parla oggi, è necessaria perché siamo in un periodo di emergenza”, spiega Draghi. Il gas, appunto. Nel mix energetico, per sostituire una quota importante di quello proveniente dalla Russia, occorre far ricorso al Gnl, che arriverebbe per lo più dagli Stati Uniti. Per farlo, avremo bisogno di costruire tre rigassificatori, i primi due sono già ben presenti negli impegni del Governo. In questi giorni il dibattito è aperto sulla collocazione di queste infrastrutture, che trovano spesso l’opposizione locale di istituzioni e associazioni.
Ma l’esecutivo appare deciso. Il Sud diventerà presto una piattaforma logistica dell’energia, una sorta di trait d’union tra i Paesi del Sud del Mediterraneo e l’Europa. Ne è assolutamente convinta la ministra Mara Carfagna, ideatrice dell’evento, che non esita a fornire una delle chiavi di interpretazione del summit di Sorrento: “Vogliamo un nuovo Sud, il Sud degli investimenti industriali nell’epoca di riduzione delle catene globali del valore. Il Sud delle rinnovabili. Il Sud dei nuovi rigassificatori. Il Sud vero hub del gas”.
Eccoli, i nuovi rigassificatori, che tornano a prendersi la scena in un contesto di esaltazione collettiva di un Mezzogiorno galvanizzato dai finanziamenti del Pnrr (“Abbiamo destinato al Sud il 40% dei fondi dell’intero programma, finanziamenti che si sommano a quelli del Fondo per lo sviluppo e la coesione”, rimarca Draghi). Rafforzare il ruolo di interlocutore dei Paesi del Mediterraneo, costruire una grande Regione meridionale che diventi hub strategico del gas passa necessariamente attraverso la collocazione sul territorio dei rigassificatori.
In questo senso le parole di Carfagna, lasciate sospese nell’aria, appaiono assai significative e promettono di creare un grande dibattito, non solo tra gli addetti ai lavori. Il tema è “dove” saranno realizzati gli impianti e da questo punto di vista gli esponenti dell’esecutivo presenti al Forum Ambrosetti si guardano bene dal lasciare indizi. Ma non è difficile prevedere che Puglia e Calabria siano le regioni favorite ad ospitare gli impianti, con il progetto di Gioia Tauro destinato ad essere riproposto.
La vera chiave però è ancora la Sicilia, che oltre a puntare al 70% di rinnovabili entro il 2030, è già stata individuata da tempo per ospitare uno dei rigassificatori. Torna quindi di attualità il progetto da un miliardo e mezzo di euro dell’impianto di Porto Empedocle, avanzato dall’Enel, capace di trattare più di otto miliardi di metri cubi all’anno. Dopo una serie infinita di opposizioni, ricorsi e proteste, oggi il clima sembra cambiato. Dopo la decisione del Tar, che ha bocciato il ricorso della città di Agrigento, la strada appare spianata, anche per la presenza delle necessarie autorizzazioni in tema di impatto ambientale.

 


Torna alle notizie in home