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PRIMA PAGINA – La svolta: Nordio da Mattarella, così la giustizia può cambiare

di Adolfo Spezzaferro -


Prove di distensione tra governo e magistratura. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio al plenum del Csm, presieduto del capo dello Stato Sergio Mattarella, annuncia: “Sono qui per ribadire il principio di leale collaborazione e per rinsaldare la fiducia” nelle toghe. In occasione della seduta straordinaria del plenum a Palazzo dei Marescialli, il Guardasigilli in apertura ha fatto le sue comunicazioni in merito al disegno di legge sulla riforma della Giustizia sottolineando l’importanza di “rinsaldare il rapporto di fiducia nei confronti della magistratura” che ha definito come “uno dei pilastri dello stato di diritto”, ricordando che se la pubblica opinione perdesse fiducia nei confronti della magistratura si indebolirebbe anche la lotta alla criminalità.
Ma soprattutto, dopo le polemiche con l’Anm e gli attriti “istituzionali”, Nordio ha smorzato i toni. “Voglio riaffermare il principio costituzionale della leale collaborazione. Il concetto deve essere inteso in senso forte e orienta gli attori del sistema ordinamentale verso un raccordo di pensiero e azione per il raggiungimento di obiettivi comuni”, ha detto il ministro fissando gli obiettivi di sinergia per l’attuazione del Pnrr. Ancora, sul Consiglio superiore Nordio ha dichiarato che “la collaborazione effettiva è la precondizione per una migliore legislazione”, per questo “la richiesta di pareri del ministro al Csm non si deve limitare ai disegni di legge, ma anche a iniziative come schemi di decreti legislativi e decreti ministeriali”. Infatti il ministro trasmetterà anche i disegni di legge sull’organizzazione e sulle nuove competenze del giudice collegiale.
Sul fronte della riforma allo studio da parte del governo, il ministro ha fatto il punto sui due decreti legislativi approvati nel Consiglio dei ministri di lunedì, sul riordino della disciplina dei fuori ruolo e sull’organizzazione delle nuove valutazioni periodiche per l’accesso ai vertici degli uffici giudiziari e ha confermato il prolungamento dei contratti per i giovani assunti per l’ufficio del processo. Tuttavia, il Guardasigilli non ha affrontato il tema divisivo della separazione delle carriere, uno dei temi più discussi nell’eterno conflitto politica-magistratura. Solo su sollecitazione dei consiglieri, il ministro ha fatto sapere che “se domani cambierà la Costituzione nella parte che riguarda la magistratura, mai e poi mai il Pm sarà sottoposto all’esecutivo”, anche se ha ricordato che “in Francia, dove i Pm dipendono dall’esecutivo, uno di loro ha chiesto il processo per il ministro. A dimostrazione che l’indipendenza e l’autonomia sono una grande conquista istituzionale ma, prima di tutto, a guidare l’autonomia del magistrato è la sua legge morale”.
Più nello specifico, per quanto riguarda le cosiddette pagelle, “sul piano della professionalità si è valorizzata prioritariamente la qualità della produzione giudiziaria del magistrato, con una attenzione specifica alla trasparenza e alla tempestività delle procedure”, ha spiegato Nordio. “Per la selezione dei dirigenti – ha continuato il ministro – si è previsto che la valutazione delle competenze organizzative sia effettuata sulla base di parametri oggettivabili, valorizzando ai fini della conferma i risultati raggiunti in concreto. A ciò si affianca il perfezionamento delle procedure di selezione dei magistrati destinati alla Corte di cassazione e alla Procura generale, coerentemente con l’affidamento della funzione nomofilattica della Corte”. Obiettivo: “recuperare autorevolezza all’esercizio della giurisdizione”.


Così Nordio spiana la strada alla riforma riformata della giustizia

Il Csm dal canto suo conferma “il massimo impegno per una leale collaborazione” con il ministero della Giustizia, sottolineando che “non intende sottrarsi alla sfida della modernità”. Così, alla luce di questa mediazione, il governo si prepara a rivedere le tappe della riforma forte sia del sostegno dell’ala destra del Csm che della possibilità di trovare un punto d’incontro con i magistrati sulla vexata quaestio della separazione delle carriere.


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