Inflazione ancora in calo a novembre: -0,5 punti sul mese
Continua anche a novembre la discesa dell’inflazione. L’Istat ha certificato il ridimensionamento dei livelli dei prezzi di mezzo punto percentuale su base mensile e perde un punto sull’anno. I numeri sembrano positivi. A novembre, infatti, l’inflazione è scesa sul mese dello 0,5% e sull’anno il tasso si attesta allo 0,7%. Cifre persino più rosee di quelle previsioni preliminari che stimavano il tasso annuo di inflazione, a novembre, al +0,8 per cento. Si tratta di numeri che non si registravano, sul panorama italiano, dal mese di febbraio del 2021. A trascinare il nuovo crollo dell’inflazione sono stati i servizi, dai trasporti fino alla cultura, e soprattutto gli alimentari che, anche grazie ai prezzi bloccati del patto anti inflazione del carrello tricolore voluto dal governo Meloni, si ridimensionato al +5,8 per cento. Ma questo non è che l’effetto del continuo sgonfiarsi della bolla dei prezzi legata ai beni energetici che anche a novembre hanno proseguito, senza sosta, la loro discesa. E molto probabilmente continuerà a farlo anche a dicembre dal momento che, come ha rilevato Staffetta quotidiana, i prezzi dei carburanti hanno registrato un calo che li porta, oggi, ai minimi sull’anno.
Ciò si riverbera proprio sul “carrello della spesa” che precipita al +5,4%. L’inflazione di fondo registra un miglioramento e passa al 3,6 per cento dal 4,2% di ottobre.
I dati confermano, dunque, che l’inflazione si sta rimpicciolendo. E ciò avrà un significato che anche a Francoforte (e a Bruxelles) non si potrà più ignorare. La Bce ha deciso di mantenere, per il momento, i tassi di interesse alti. Continuando nella scelta di affidarsi alle decisioni che, in America, assume la Fed. Ma se l’inflazione continua a scendere come ha fatto anche a novembre, sarà sempre più difficile per Lagarde e soci mantenere alto il costo del denaro, anche perché l’economia, non solo in Italia ma in tutta Europa, sta pagando un prezzo altissimo. Testimoniato, tra le altre cose, dai dati provvisori dell’Indagine Pmi che certifica l’ennesima contrazione dell’attività economica in tutta l’Eurozona. Stando ai numeri, infatti, la produzione avrebbe registrato un autentico tracollo, il più grave (e veloce) degli ultimi undici anni. Esclusi, ovviamente, i mesi di stop decretati dalle misure assunte dai governi per tentare di arginare il virus del Covid ai tempi della pandemia.
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