Editoriale

L’EDITORIALE – A chi conviene Trump II

di Martina Melli -


Trump di nuovo a capo degli Usa? Suonerà cinico ma bisogna scegliere le proprie battaglie. Allora forse meglio il sessismo, i muri al confine, le deportazioni di massa degli “illegali”, la negazione della realtà, la sfida al giornalismo menzognero, lo smantellamento della giustizia piuttosto che una politica estera aggressiva e guerrafondaia. Perché a questo sembra che gli americani, e noi tutti mano nella mano, andremo incontro.

Come spesso accade in Italia è probabile che a vincere le elezioni sarà il meno peggio. Se alle primarie repubblicane tra Haley, DeSantis e Trump, i conservatori sceglieranno attivamente, al referendum presidenziale di novembre gli americani dovranno esprimere una preferenza tra Sleepy Joe – mal sopportato dal Congresso e ormai dai suoi stessi elettori – e l’irriducibile, pluriaccusato Donald Trump.

In questo scenario gli alleati degli Stati Uniti sono già molto preoccupati per la plausibile svolta isolazionista americana, contraria a qualsivoglia intromissione nelle questioni europee. Una svolta che sarebbe solo specchio di un elettorato contemporaneo tutto concentrato sulle questioni interne. Ciò è stato dimostrato nel trionfo di Trump ai caucus in Iowa. Un’occasione in cui solo un partecipante su 10 ha messo al centro la politica estera. Quattro su 10 hanno dichiarato che l’economia è la priorità del Paese mentre per tre su 10 è l’immigrazione. L’isolazionismo è cresciuto negli ultimi anni, in particolare all’interno del Grand Ol’Party, dato che Trump in primis, ma anche altri leader, hanno minacciato che tutti quegli aiuti all’Ucraina invischieranno gli Usa in una terribile guerra mondiale.

I diplomatici stranieri a Washington si stanno affrettando a valutare i piani esteri dell’ex presidente mentre gli assistenti assicurano: “The Donald taglierà il sostegno alla difesa europea e ridurrà ulteriormente i legami economici con la Cina”. Se eletto per un secondo mandato dopo la sua presidenza 2017-2021, Trump dovrebbe insediare lealisti in posizioni chiave nel Pentagono, nel Dipartimento di Stato e nella Cia, così da assicurarsi maggiore controllo e libertà di comando.

A lui non interessano gloria militare ed espansione territoriale; non vuole colonizzare, stringere nuove alleanze e di certo non intende mettere a repentaglio la storica amicizia con Putin. Il magnate è tutto per l’autoconservazione, il non interventismo che farà risparmiare soldi alla nazione; vuole dare piena immunità alla polizia, implementare le esercitazioni (in ottica prettamente difensiva) e dare il via alla più grande opera di deportazione mai vista prima.

Un governo nazionalista come sarebbe l’ipotetico Trump 2, potrebbe avere un forte impatto sulle elezioni europee previste per giugno: con l’America non più pronta a spalleggiarci, gli equilibri cambierebbero, i conflitti da una parte potrebbero dilagare e dall’altra addirittura fermarsi. Nel vecchio continente, dopo quasi un secolo di faticosi negoziati per arrivare all’unione, potrebbe insinuarsi il desiderio di fare lo stesso, di emanciparsi dalla Ue arroccandosi entro confini da cui guardare solo ai propri interessi.


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