Cronaca

A Venezia una svolta: Filippo indagato per il tentato omicidio di Giulia, riserbo sulle perquisizioni

di Angelo Vitale -



Continuano le ricerche fino al confine con l’Austria di Filippo Turetta, scomparso da sabato insieme alla ex fidanzata Giulia Cecchettin, ma ora c’è una svolta: è indagato per il tentato omicidio di Giulia. Lo fa sapere la procura della Repubblica di Venezia comunicando “l’iscrizione di Filippo Turetta nel registro degli indagati in relazione al reato di tentato omicidio, anche a sua garanzia al fine di consentire le necessarie attività irripetibili”. Una sottolineatura che sta anche ad evidenziare un approfondimento delle indagini, mentre sono sostanzialmente in impasse le ricerche.

Sono state svolte in mattinata, infatti, perquisizioni “al fine di non lasciare inesplorato alcun spunto investigativo”, sulle quale vige uno stretto riserbo. La procura ha tenuto anche a sottolineare che “al fine di evitare la pubblicazione di notizie incomplete o che possano creare intralcio alle indagini, rilevata l’attenzione e quindi l’interesse pubblico scaturito dalle prime informazioni sulla vicenda, ha deciso di predisporre il comunicato anche con l’auspicio che gli organi di informazione tengano conto della difficoltà e della delicatezza degli accertamenti in corso nonché della sofferenza in cui versano le famiglie coinvolte”. La procura sottolinea che “notizie imprecise variamente raccolte e divulgate rischiano di creare inutili aspettative e comunque aggravio del quadro fattuale con cui le indagini si devono confrontare”.

Un modo indiretto, utilizzando l’iscrizione dell’ex fidanzato di Giulia quale indagato per il tentato omicidio, anche per chiarire che al momento è stata preferita una scelta investigativa che lascia aperte in buona sostanza tutte le ipotesi. Il reato ipotizzato, in qualche modo, lascia perplessi i legali dei familiari della giovane che, a questo punto, viene considerata ufficialmente e palesemente vittima della condotta del giovane e, se ancora in vita, alla sua mercé, sequestrata e messa in condizione di non poter liberamente decidere i suoi comportamenti.

“Non so su quale base si fondi la qualificazione del reato ipotizzato – dice l’avvocato Stefano Tigani, legale del papà di Giulia Cecchettin -: ne prendiamo atto ed evidentemente, se gli inquirenti ritengono di farlo, hanno qualche elemento. Noi però restiamo anche oggi sulla posizione emotiva di ieri: non perdiamo la speranza”. “Immaginiamo anche che sia un atto dovuto per accertamenti irripetibili – aggiunge il legale – Non facciamoci prendere dal panico”.


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