Attualità

Accoltellato fuori scuola, la Capitale non è sicura

di Angelo Vitale -


Un accoltellamento fuori scuola a Roma, al Testaccio. Uno studente di 17 anni di origine filippina, all’esterno del suo istituto nella piazza omonima al quartiere, è stato ferito al collo con un coltello, i sanitari dell’ospedale San Camillo dove è stato trasportato in codice rosso lo definiscono in gravi condizioni ma non in pericolo di vita. Secondo la prima e parziale ricostruzione, una aggressione che sarebbe stata originata da un diverbio con un altro studente di origini egiziane spalleggiato da un amico di origini tunisine, per motivi ancora in corso di accertamento. I due sono stati fermati dalla polizia e interrogati.

Un episodio che, da qualunque lato lo si guardi, aggiunge un ulteriore dato – da una parte – al fenomeno delle violenze in qualche modo perpetrate in ambito scolastico e – dall’altra parte – alla situazione di mancata sicurezza urbana in una città, la Capitale, da questo mese interessata al Giubileo.

Dentro e fuori scuola, aveva osservato qualche tempo fa il ministro Giuseppe Valditara, le violenze sono in vertiginoso aumento, di più quelle dei genitori verso i docenti.

Nella Capitale, il Viminale ha nella sua lente le zone rosse intorno alla stazione Termini fino all’Esquilino e quella che interessa il quartiere Tuscolano. Proprio ieri in queste aree un massiccio intervento di controllo che ha fruttato tre arresti e 4 denunce. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si sgola a ribadire “la necessità di ripristinare standard di sicurezza adeguati per i quartieri delle grandi città italiane preda del degrado e della delinquenza”. Anche se l’opposizione parla di provvedimenti di impronta securitaria, una deriva pericolosa e incostituzionale.


Torna alle notizie in home