Agroalimentare protagonista sulle tavole e nel sistema produttivo
È stato un anno particolarmente intenso e ricco di sfide per il comparto agroalimentare italiano. In un contesto segnato da tensioni commerciali internazionali e da una congiuntura economica complessa, il settore ha dimostrato una notevole capacità di resilienza e adattamento. Parallelamente, il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell’Unesco rappresenta un traguardo di straordinario valore simbolico e strategico.
L’agroalimentare
In questo scenario, il Made in Italy agroalimentare si conferma un’eccellenza riconosciuta, capace di affermarsi tanto sulle tavole delle famiglie quanto all’interno del sistema produttivo del Paese. Secondo il report Ismea, infatti, nel primo semestre del 2025 gli acquisti delle famiglie italiane per il consumo alimentare domestico sono sensibilmente cresciuti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Un risultato che sottolinea, semmai ce ne fosse ancora bisogno, la vitalità del mercato interno e simboleggia certamente un segnale positivo, grazie anche all’incremento dei volumi acquistati di molti dei principali prodotti alimentari.
I dati
Nello specifico, i volumi degli ortaggi freschi sono in aumento del 4,9%, così come per le uova (+7,5%) il pesce fresco (+3,7%), i formaggi freschi (+5,3%) e il pane (+4,9%). In tutti i territori si è registrata una maggiore frequenza d’acquisto (+10% su base annua), segnale di una ritrovata fiducia dei consumatori e di una più costante propensione al consumo domestico. Il supermercato si conferma il canale di riferimento per gli acquisti alimentari, con una quota di mercato del 41% e un incremento del 6,1%, seguito da discount e ipermercati.
Nel complesso, il primo semestre del 2025 “restituisce un quadro di rafforzamento dei consumi alimentari e di particolare vitalità per i prodotti freschi, che tornano al centro delle scelte degli italiani, riflettendo una crescente attenzione alla qualità, alla salubrità e alla sostenibilità dell’alimentazione quotidiana”. Agroalimentare protagonista non solamente sulle tavole ma, come detto poc’anzi, pure del sistema produttivo. “Un settore trainante per l’economia italiana, resiliente ai numerosi shock esogeni che si sono susseguiti nel decennio e protagonista in Europa con diversi primati”.
L’agroalimentare in Italia
Questo il quadro dell’agroalimentare italiano tracciato dalla stessa Ismea nel suo Rapporto annuale. E i numeri non mentono: il settore pesa sul Pil nazionale fino al 15% se consideriamo l’intera filiera. Una leadership tutta italiana anche in Europa: primo Paese per valore aggiunto agricolo (compresi silvicoltura e pesca): 44,4 miliardi di euro, in forte crescita, sia in valore che in volume. Terza per valore aggiunto dell’industria alimentare, dietro Germania e Francia, con 38 miliardi di euro. Crescita del reddito agricolo tra le più elevate in Europa: +9,2% nel 2024, che si aggiunge al +11,7% del 2023, contro una media UE che ha registrato rispettivamente un +0,7% nel 2024 e un -6,2% nel 2023. E ancora: leadership mondiale per prodotti DOP e IGP, con circa 900 registrazioni, simbolo della qualità e della distintività italiana. E occupazione agricola in crescita: circa 1 milione di addetti nel 2024, +0,7% sul 2023.
Infine, ma non meno importanti, sono gli investimenti privati agricoli ai massimi e la produttività del primario più alta della media UE, con 46.300 euro di valore aggiunto per addetto. Insomma, il 2025 si sta rivelando un anno importante per l’agroalimentare del Belpaese, che comunque non cancella alcune criticità ataviche e pone nuove sfide da affrontare e vincere. Soprattutto all’interno di uno scenario geopolitico globale segnato da incertezze e conflitti, e in una fase di transizione delle relazioni economiche internazionali e di ritorno al protezionismo commerciale.
Torna alle notizie in home