Editoriale

Albanian Rhapsody

di Tommaso Cerno -


Albanian Rhapsody

di TOMMASO CERNO

Come in un’Albanian Rhapsody, senza scomodare il grande Freddy, è servito un vero leader democratico europeo per spiegare alla sinistra che qualcosa sui migranti deve cambiare. Il problema è che il Pd anziché attaccare il governo Meloni spiegando che senza il supporto dei socialisti dei Paesi emergenti si erano infangati nella palude, il partito a rovescio della sinistra ha attaccato Edi Rama chiedendo l’espulsione dal Psr. Cacciare i più bravi per fare crescere la forza dei mediocri è esattamente quello che il Partito Democratico sta facendo da dieci anni.

E mentre l’Italia cerca di dire a quella grande forza erede dei progressisti di cui questo Paese avrebbe tanto bisogno che non è dicendo di essere il più bravo che si dimostra di sapere quale sia la strada giusta per il futuro, ma piuttosto mostrando quei dubbi che oggi sono parte stessa degli italiani che ancora credono in questa terra, continua il ritornello dei migliori. Non vorrei finisse come fu con Beppe Grillo, e cioè che il Pd di fronte all’istanza profonda di un cambiamento che veniva da una costola della sua storia, pronunciò il primo Vaffa nei confronti dell’ex comico negandogli di partecipare alle primarie e chiedendogli, nelle famose parole dell’ex segretario dei Ds Piero Fassino, di farsi un partito se voleva partecipare alla competizione politica. Una frase che divenne un mantra di suicidio assistito, visto che è da quelle parole che il PD non ha mai più vinto le elezioni in questo Paese.

E non vorrei nemmeno essere nei panni dei migranti disperati che provano ad arrivare sulle nostre coste. Perché se ascoltassi per 5 minuti le parole del premier Rama chiederei di essere messo in lista d’attesa per finire nei centri di accoglienza dell’Albania, piuttosto che finire nel ginepraio di regole e sigle che destra e sinistra negli ultimi vent’anni hanno messo in piedi nel nostro Paese. La lezione è sempre la stessa, ci vuole un po’ di umiltà, quando qualcuno parla prima di spiegare che tutti sono scemi tranne chi crede di detenere il marchio registrato non tanto della sinistra, che oggi in Italia è una parola vuota, quanto del progresso, cioè della chiave d’accesso alla porta che apre verso la società del futuro.

Anziché chiedere le dimissioni di Rama, uno dei leader emergenti del socialismo europeo continentale, uno dei pochi che ha capito che l’Europa politica non può più fare nulla senza un accordo con l’Europa che ancora non è entrata nell’Unione, mi occuperei di eliminare dalla scena politica quei pezzi della sinistra tutta ciacchiere e distintivo, promesse rimaste parole, che è rappresentata meglio di tutti dal deputato Aboubakar Soumahoro e dalle cooperative della sua allegra famiglia. Allegra almeno in fatto di spese. Con i soldi nostri.


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