Economia

Altro che calcio, il Fondo Pif a Firenze compra gli hotel

di Giovanni Vasso -


Il fondo Pif arriva a Firenze ma, invece di acquistare la Fiorentina, preferisce comprare le quote della società che amministra (tra gli altri) l’Hotel Savoy. Gli arabi, dunque, non investiranno nella Viola ma scelgono di spendere qualcosa come 1,3 miliardi di euro per acquisire il 49% della Rocco Forte Hotels. Il fondo saudita acquisirebbe, stando alle notizie che in questi giorni stanno circolando sui giornali specializzati, le quote attualmente detenute da Cassa Depositi e Prestiti e da un ramo della famiglia Forte. A Rocco, Forte non Commisso, resterebbe la maggioranza assoluta. La trattativa è in itinere già da mesi e pare che si sia ormai agli sgoccioli. Rocco Forte Hotels gestisce importanti strutture alberghiere di lusso. In Italia e fuori. Oltre all’Hotel Savoy di Firenze, nel suo bouquet ci sono anche 13 hotel di lusso, venti ville e 42 tra bar e ristoranti stellati.

Da un Rocco all’altro, Commisso e non Forte, non venderà nulla agli arabi. Si erano diffuse, dopo una puntata della trasmissione di Report, voci che davano il fondo Pif interessato all’acquisto del club viola. La Fiorentina avrebbe potuto essere il Newcastle “italiano”. I due club, peraltro, hanno pure giocato un’amichevole estiva. Peccato, però, che Pif abbia già investito, tantissimo, in patria potenziando la Saudi Pro League con l’iniezione di decine e decine di campioni (Cr7 e Neymar su tutti ma anche molti provenienti anche dalla Serie A). Inoltre, detto tra noi, il campionato italiano resterà pure uno dei tornei più importanti al mondo (più che altro perché siamo noi italiani a volerci ancora credere…) ma, rispetto alla Premier, non c’è storia. Almeno sotto il profilo economico e dell’influenza globale. Pif, a proposito di sport e di calcio, sta lavorando a fianco del governo di Riyadh per un altro, decisivo, progetto sportivo saudita. Si tratta dei mondiali da portare in Arabia nel 2034. I sauditi corrono, adesso, praticamente da soli dal momento che pure l’Australia si è tirata indietro, rinunciando alla candidatura. E poiché l’edizione 2030, quella del Centenario, si giocherà tra America del Sud, Africa ed Europa, nessun altro Paese di nessun altro continente che non sia l’Asia o l’Oceania potrà proporsi di ospitare i mondiali successivi.

Ma nel calcio, come negli affari, è importante chiarire subito le cose. Rocco Commisso ha subito affermato che la Fiorentina non è in vendita. Anche perché, intanto, il club ha inaugurato la nuova cittadella dello sport, il Viola Park. Un progetto nato praticamente insieme all’ingresso del tycoon della tv via cavo americana nella compagine sociale che fu dei Della Valle. E che adesso ha alzato, e non di poco, l’asticella del valore complessivo di uno dei club più iconici del calcio italiano. Ma alle voci sulla cessione della squadra, Commisso ormai deve essersi abituato. L’ultima volta fu a febbraio scorso quando rivendicò di aver investito, fino a quel momento, qualcosa come 400 milioni nel club. E sottolineò che, seppur deluso dal calcio italiano, non avrebbe avuto alcuna intenzione di passare la mano.

La vicenda saudita ha innescato un vespaio di polemiche anche perché Report aveva indicato nell’ex premier Matteo Renzi un possibile mediatore per l’affare. E lo ha fatto citando voci parlamentari e, soprattutto, un sms che sarebbe stato mandato a Joe Barone, il dg della Viola, dallo stesso Renzi con la richiesta di un incontro con “amici” provenienti dallo “stesso Paese in cui si giocherà la Supercoppa” interessati a parlargli. Renzi, però, ha seccamente smentito queste ricostruzioni, affermando che “sulla vicenda della Fiorentina siamo oltre il ridicolo”.

Ma per un ex presidente del consiglio che si sfila ce n’è un altro che scende in campo. E lo fa assumendo una posizione netta e senz’appello. Lamberto Dini, che già nell’ormai lontano 2011 era in predicato di assumere la presidenza onoraria della squadra, ruolo che avrebbe gradito ma che non gli fu poi mai affidato, tifa Commisso: “Fiorentina agli arabi? Spero di no – ha detto ai microfoni di Radio Uno – . C’è un importante imprenditore americano, Commisso, che è ricco e si dedica molto ai viola, con tanti investimenti, a partire dal centro sportivo, un modello per tutta Italia. Mi pare ci sia un impegno molto forte per andare avanti e non cedere”. Per il momento, anche Lamberto Dini può tirare un sospiro di sollievo. Pif ha scelto il “suo” Rocco. E (per ora?), non è Commisso.


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