Esteri

ANCORA SANGUE

di Martina Melli -


Ieri mattina almeno 10 palestinesi sono rimasti uccisi e più di un centinaio feriti in un raid dell’esercito israeliano nella città occupata di Nablus, in Cisgiordania. Gli scontri sono scoppiati subito dopo che l’esercito ha fatto irruzione con dozzine di veicoli blindati e forze speciali alle 10 ora locale. Israele sostiene che i raid abbiano lo scopo di contrastare il terrorismo islamico, mentre i Palestinesi li considerano un ulteriore rafforzamento dell’occupazione. Alcune delle vittime erano armate ma molte altre no: i filmati delle telecamere a circuito chiuso infatti, circolate sui social media, mostrano l’uccisione di almeno due palestinesi disarmati che fuggono via dagli spari.

L’esercito si è scontrato con Areen al-Usud, la “Tana dei Leoni”, il gruppo militante emerso da pochi mesi proprio a Nablus, che sta cambiando il volto della resistenza palestinese. Un fenomeno di radicamento dal basso, laico, che preoccupa moltissimo l’Autorità nazionale palestinese. Modellato sulle Brigate Jenin a Nord, il gruppo è composto principalmente da giovani precedentemente allineati con le Brigate Al Quds, l’ala armata del movimento della Jihad islamica.

Le loro operazioni hanno preso il via dopo gli scontri nel campo profughi di Jenin.

Abu Obeida, un portavoce di Hamas, ha lanciato una velata minaccia: “La resistenza a Gaza sta osservando i crescenti crimini del nemico contro il nostro popolo nella Cisgiordania occupata, e la sua pazienza si sta esaurendo”.

Come risposta pacifica, i partiti politici palestinesi hanno annunciato uno sciopero generale nelle città di Ramallah e Nablus, invitando i palestinesi a protestare vicino ai posti di blocco dell’esercito israeliano. “Condanniamo il raid dell’occupazione a Nablus e chiediamo la fine dei continui attacchi contro il nostro popolo”, ha dichiarato Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas.

Nel marzo 2022, in seguito a una serie di attacchi singoli palestinesi all’interno di Israele, l’esercito israeliano ha lanciato una campagna militare che ha portato il 2022 ad essere segnato dalle Nazioni Unite come l’anno più mortale per i palestinesi nella Cisgiordania occupata dal 2006.

Questi raid – che da gennaio 2023 nei territori occupati hanno ucciso 61 Palestinesi, compresi 13 bambini – sono parte di un piano sistematico da parte del Governo israeliano di estrema destra.

Dopo il recente attacco fuori da una sinagoga di Gerusalemme – in cui sono morti 11 israeliani – l’aggressione nei confronti dei nemici islamici si è particolarmente indurita.

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