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ANDAMENTO LENTO

di Angelo Vitale -


Spazi da vivere, attraverso l’aggregazione sociale e la promozione e la conoscenza dei luoghi. Spazi urbani da destinare alla mobilità dolce, cui in Italia con l’Alleanza AModo puntano le maggiori associazioni ambientaliste per recuperare i ritardi nella pianificazione sostenibile dei territori e del paesaggio e nel sostegno al turismo lento.
Al Sud, le Scale di Napoli: oltre 200 percorsi pedonali naturali, 135 scale vere e proprie e 35 gradonate, alle quali è dedicato un Festival giunto alla sua XI edizione con la collaborazione del Segretariato del Patto Europeo per il Clima e il patrocinio del Comune e delle Municipalità 2,3 e 5, anche quest’anno incentrato sulla valorizzazione culturale e sulla rifunzionalizzazione del patrimonio di scale e percorsi gradonati che sono parte integrante del tessuto urbano e elemento capace di rendere la città più bella, attraente e vivibile.
Napoli è storicamente una città verticale, con la sua orografia collinare aperta sul mare e sul golfo e una morfologia dei luoghi che ha caratterizzato l’evoluzione urbana del centro cittadino e della sua espansione verso l’alto. A questa forma della città sono legati gli oltre duecento percorsi tra gradini, rampe, scale e gradonate che attraversano obliquamente Napoli, segnando il territorio e le connessioni tra luogo, forma urbana, paesaggio e mobilità.
La rassegna, che quest’anno si chiuderà domenica 8 gennaio, è un vero e proprio festival civico nato dal basso e animato da circa quaranta sigle di comitati e associazioni, che punta a riconoscere le scale come forte e significativo elemento identitario della città, non solo dal punto di vista geografico-ambientale ma anche per i suoi riflessi culturali e paesaggistici.
Da qui i suoi contenuti creativi, che i promotori definiscono anche vertenziali, legati alla visione delle scale come status di una città che viene dipanata nei suoi molteplici aspetti, per raccontare la bellezza – ogni giorno trascurata da ritmi che non consentono di viverla -, dice uno dei suoi coordinatori, Carmine Maturo, “attraverso gesti, racconti, immagini, forme e suoni che prendono vita lungo questi percorsi verticali, quasi un viaggio di conoscenza basato sulla esplorazione dei luoghi per coglierne la vera essenza e potenzialità, ma anche per proporre una nuova visione della città e affermare la vivibilità dei luoghi”.
A prima vista un’utopia, che invece si scopre essere stata fatta valere anche dall’amministrazione cittadina con la progettazione esecutiva della Città Verticale, forte di risorse per 7 milioni e 800mila euro del Patto per Napoli del 2016.

Domenica 8 gennaio, quindi, spazio a passeggiate narrate, spettacoli itineranti con letture e drammatizzazioni, interventi musicali, tour fotografici, incontri sul clima e la sostenibilità: protagonisti delle visite guidate saranno alcuni percorsi storici – scala di Montesanto, Pedamentina, Petraio, Moiariello, salita Cacciottoli – testimoni di un patrimonio materiale e immateriale della città. Per far valere un progetto integrato di sistema culturale per la costruzione di Napoli come smart city intelligente. I cui presupposti vengono riconosciuti ormai oltre i confini regionali e nazionali, visto che uno dei percorsi, la Scala Pedamontina, era nel 2022 per il New York Times tra i 52 luoghi da visitare nel mondo perché “alcuni locali si stanno rimboccando le maniche” e “le autorità incoraggiano i turisti a visitare la città a piedi, organizzando percorsi e tour attraverso le favolose scalinate di Napoli”.

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