Cultura & Spettacolo

Annamaria Fittipaldi: “La felicità è un diritto”

di Nicola Santini -


Dodici anni fa, una giuria formata da professionisti del calibro di Pippo Baudo e Maurizio Costanzo, la inserì in un gruppo ristretto formato da 10 talenti in erba della TV di Stato nell’ambito del progetto Rai Lab. Da allora, Annamaria Fittipaldi non si è più fermata, sia come conduttrice che attrice. Impegnata dal lunedì al venerdì alla conduzione del programma “Mattina con noi”, in onda su Cusano Italia TV, si racconta a L’Identità.
Annamaria, a quale progetto ti stai dedicando attualmente?
Attualmente, la mattina sono la conduttrice di Mattina con noi, un infoteiment, che va in diretta su Cusano Italia tv dal lunedì al venerdì. Poi sono in tournée con lo spettacolo “Il Diritto alla felicità”, tratto dall’omonimo film, con protagonista Pino Ammendola, prodotto da Imago film, e per non farmi mancare nulla porto avanti la mia scuola di teatro per bambini e adolescenti, “Teatrando Giocando”. Ho nuovi progetti che sono in via di definizione, che si dividono tra radio, TV e Teatro. Ovviamente, senza nulla togliere ai progetti che già mi vedono impegnata e che mi stanno regalando delle grandi soddisfazioni, il mio desiderio è quello di tornare a collaborare anche con “Mamma Rai”.
Quali sono le tappe del tuo percorso professionale di cui vai maggiormente fiera?
Ne ho tante, per fortuna. Avevo solo 23 anni quando una giuria, composta da 10 professionisti del calibro di Pippo Baudo e Maurizio Costanzo, mi scelse per far parte dei 10 nuovi talenti della RAI, come conduttrice. Sono stati 6 mesi indimenticabili, quelli di Rai Lab, laboratorio artistico per nuovi talenti, durante i quali mi sono confrontata con grandi professionisti, come il già citato Pippo Baudo ma anche Giancarlo Magalli, che mi hanno insegnato i segreti di una buona conduzione.
Così come non dimenticherò mai, di aver avuto l’onore di recitare al cinema con Remo Girone, ero tanto emozionata e preoccupata, e recitare con lui é stata una grande prova per me. Il film dove abbiamo condiviso il set è il Diritto alla felicità, per la regia di Claudio Rossi Massimi, ora disponibile sulla piattaforma RAI Play, che mi ha anche regalato un premio come miglior attrice non protagonista al Castellabate film festival e un riconoscimento come attrice lucana nella mia terra al Marateale film festival.
Quali sono, secondo te, le caratteristiche che ti hanno portata ad essere la professionista che sei oggi?
Sembra una frase fatta, ma la verità é che io non mi sento una professionista, ma un’artista professionale. Non mi sento mai arrivata e ho sempre studiato e continuo a formarmi
Ho puntato e punto ancora su questo. É fondamentale per me!
Quanto ti senti soddisfatta del tuo lavoro?
Pur essendo grata di tutte per le esperienze che ho avuto e ho fatto, l’ambizione fa parte di me. Di conseguenza tendo sempre a non accontentarti e a concentrarmi sugli obiettivi successivi.
Quanta fatica fa una donna ad emergere?
Tanta. Ancora ci sono tanti pregiudizi, a volte non vieni presa sul serio, ed è la cosa che mi dà più fastidio. La gender gap sia a livello salariale, che di posizione lavorativa é ancora alta, ma sono stati fatti passi in avanti.
Quanto é difficile, per te, riuscire a coniugare la sfera professionale con quella privata?
Negli anni é stato difficilissimo, ho rinunciato più volte alla sfera privata per quella professionale. Ora, però a 35 anni, sono felice, perché accanto a me ho un marito che crede in me e nella mia professione, quindi ho creato una sinergia tra la sfera professionale e privata. Sono fortunata.
C’é stato mai, durante il tuo percorso, un momento in cui hai esclamato: ” Ma chi me lo fa fare?”
Sì, mi è capitato spesso. Ma poi, puntualmente, mi faccio la domanda: “se non facessi questo, cosa vorrei fare?”. E la risposta é: “niente, questa non é una professione, ma un sogno, una scelta di vita”!
A chi senti di dover dire grazie?
In primis alla mia famiglia: senza i miei cari non avrei potuto fare niente, sono loro che mi hanno fatto scoprire artisti come la Carrà, Fo, Bramieri, Chiari, Scala, Cuccarini e i grandi registi del neorealismo. Sono loro i miei miti.

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