Attacco di Israele in Libano: ucciso un comandante di Hezbollah
Nelle ultime ore, mentre si discute della proposta di tregua per lo stop del conflitto sulla Striscia di Haza avanzata dall’inviato statunitense Steve Witkoff, Israele ha condotto un attacco in Libano.
In risposta “a minacce percepite lungo il confine settentrionale”, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno lanciato un attacco aereo mirato contro obiettivi nel sud del Libano. Secondo fonti militari israeliane, l’operazione aveva l’obiettivo di neutralizzare infrastrutture utilizzate da gruppi armati filo-iraniani, in particolare Hezbollah, che Israele accusa di pianificare attacchi contro il suo territorio. L’esercito israeliano ha riferito di aver ucciso un comandante di Hezbollah, Muhammad Ali Jamoul, comandante dell’unità missilistica nel settore Shaqif, in un attacco notturno nel sud del Libano. “Durante la guerra, il terrorista ha avanzato piani per lanciare numerosi razzi contro il fronte interno israeliano e le forze delle Idf e, più di recente, è stato coinvolto nei tentativi di ricostruire l’infrastruttura terroristica di Hezbollah nella zona”, ha riferito l’esercito israeliano.
Parallelamente si intensificano gli sforzi diplomatici per raggiungere un cessate il fuoco duraturo tra Israele e Hamas. Steve Witkoff, inviato speciale dell’amministrazione Trump per il Medio Oriente, ha presentato una proposta di tregua che prevede:
- Un cessate il fuoco temporaneo di 60 giorni.
- Il rilascio di 10 ostaggi israeliani vivi e la restituzione dei corpi di 18 persone da parte di Hamas.
- La liberazione di prigionieri palestinesi da parte di Israele.
Israele ha accettato la proposta, sottolineando la sua disponibilità a negoziare ulteriori dettagli se Hamas cambierà posizione. Tuttavia, Hamas ha espresso riserve, affermando che la proposta non soddisfa le sue richieste fondamentali, come la fine permanente delle ostilità e il ritiro delle truppe israeliane da Gaza. Il gruppo ha definito la proposta “totalmente inaccettabile”.
La comunità internazionale continua a sollecitare entrambe le parti a riprendere i negoziati e a cercare una soluzione pacifica al conflitto. Nel frattempo, le condizioni umanitarie a Gaza peggiorano, con la popolazione civile che affronta gravi carenze di beni di prima necessità.
La proposta di tregua di Witkoff rappresenta un tentativo significativo di mediazione, ma la sua efficacia dipenderà dalla volontà delle parti di fare concessioni e di impegnarsi in un dialogo costruttivo.
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