Politica

Autonomia alla prova dell’aula, la Lega teme il fuoco amico

di Ivano Tolettini -


Ma il disegno di legge sull’Autonomia sarà votato davvero dall’assemblea della Camera il 29 aprile? Le date previste saranno rispettate oppure c’è chi sta lavorando nella stessa maggioranza per diluirle, facendo slittare la votazione a giugno? Per questo pomeriggio alle 14 è calendarizzata a Montecitorio la discussione generale sul testo già licenziato dal Senato a fine anno, mentre lunedì prossimo è il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti sul ddl Calderoli. La Lega da giorni è in fibrillazione perché un plotone di parlamentari del Sud di Forza Italia avrebbe in animo di presentare un emendamento, c’è chi lo ha già definito “pirata” e sarebbe caldeggiato dal governatore calabro Roberto Occhiuto, che si tradurrebbe in un rallentamento dei lavori e il rinvio del voto sul provvedimento simbolo del Carroccio a dopo le Europee, anziché a fine aprile quando il testo da calendario parlamentare sarebbe atteso alla Camera per il via libera. A instillare più di un dubbio ai leghisti sono state anche le dichiarazioni del deputato azzurro Flavio Tosi (nella foto), coordinatore di FI del Veneto, rilasciate l’altro giorno ai cronisti e rimbalzate su alcuni media. “Alla Camera hanno precedenza i provvedimenti di natura emergenziale ed urgente – spiega criptico l’ex sindaco di Verona -, per questo si deve essere pragmatici”. A questa eventualità non vuole certo pensare il deputato Alberto Stefani, segretario veneto della Lega, per il quale “fino a fine aprile saremo costantemente impegnati a lottare per l’Autonomia, un percorso già ben avviato con parecchie audizioni che si sono chiuse ieri. Noi andiamo avanti e teniamo la barra dritta per vedere rispettati gli accordi presi”. Se il concetto di Tosi è che l’Autonomia “non è una bandierina e servirà il tempo necessario all’aula per analizzarla”, insomma la fretta è cattiva consigliera, è altrettanto evidente che il braccio di ferro si colloca nello scenario più ampio della competizione tra le anime del centrodestra, con il tentativo degli Azzurri di superare nelle urne a giugno proprio la Lega come alcune intenzioni di voto delineerebbero. Le reazioni ad esempio provenienti dal Veneto non si sono fatte attendere, come quelle dell’assessore regionale Roberto Marcato, fedelissimo di Luca Zaia, che parla di un “film horror e per di più già visto. Cercheranno di metterci i bastoni fra le ruote”. E il capogruppo Intergruppo leghista nel Consiglio regionale del Veneto, Alberto Villanova, taglia corto dicendo:” Basta poco per far scoppiare un incendio”.
Ieri in Commissione si sono conclude le audizioni con le audizioni degli ex presidenti della Corte Costituzionale, Ugo De Siervo e Giovanni Maria Flik. Quello di De Siervo è un avviso ai naviganti: “Il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione è stato erroneamente interpretato dal governo in modo espansivo, ponendo le premesse per l’incostituzionalità dell’intero testo in discussione”. Mentre per Flick “il primo problema che mi pongo è il contrasto che si può trovare tra l’articolo 116 terzo comma rinnovato e l’articolo 3 del ddl Calderoli. Il 116 dice che sono trasferibili tutte le materie concorrenti e nell’ambito delle competenze esclusive limitatamente a giustizia di pace, norme dell’istruzione, tutela dell’ambiente. Mi sembra siano da approfondire gli effetti non solo economici e finanziarie sulle altre Regioni non coinvolte da un trasferimento massiccio di funzioni negoziato da una Regione con lo Stato”. Il governatore lombardo Attilio Fontana, a margine di un evento a Palazzo Lombardia, osserva che “stanno cercando in tutti i modi di imporre un blocco a qualcosa che non è più rinviabile. Il 29 aprile sarà un grande passaggio parlamentare”. Egli è convinto, come del resto Zaia, che la “l’Autonomia responsabilizzerà gli amministratori e aumenterà l’efficienza della macchina pubblica”. Il prossimo appuntamento chiave è lunedì, col deposito di tutti gli emendamenti.


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