Economia

Banca Mondiale: “Difficile evitare la recessione”

di Alessio Gallicola -


Crolla la crescita, previsioni giù al 2,9%, a rischio i Paesi in via di sviluppo

I danni della pandemia e l’invasione russa dell’Ucraina hanno amplificato il rallentamento dell’economia globale, che sta entrando in quello che potrebbe configurarsi come un lungo periodo di debole crescita e inflazione elevata, secondo l’ultimo rapporto Global Economic Prospects della Banca Mondiale. Ciò aumenta il rischio di stagflazione, con conseguenze potenzialmente dannose sia per le economie a reddito medio che per quelle a basso reddito.

La crescita globale, si legge nel report, dovrebbe crollare dal 5,7% nel 2021 al 2,9% nel 2022, significativamente inferiore al 4,1% previsto a gennaio. Si prevede che si manterrà su quel ritmo nel 2023-24, poiché la guerra in Ucraina ha il potere di interrompere le attività, gli investimenti e il commercio nel breve termine, diminuisce la domanda e costringe a ritirare gli accordi di politica fiscale e monetaria.

Il primo effetto del binomio pandemia-guerra si rileva sul reddito pro capite nelle economie in via di sviluppo, che quest’anno sarà di quasi il 5% inferiore al suo trend pre-pandemia. “La guerra in Ucraina, i blocchi in Cina, le interruzioni della catena di approvvigionamento e il rischio di stagflazione stanno martellando la crescita. Per molti Paesi sarà difficile evitare la recessione”, è la previsione del presidente della Banca mondiale David Malpass.

Torna, quindi, drammaticamente di attualità il tema recessione, uno spauracchio per i mercati, per cui la ricetta Malpass è chiara: “I mercati guardano avanti, quindi è urgente incoraggiare la produzione ed evitare restrizioni commerciali. Sono necessari cambiamenti nella politica fiscale, monetaria, climatica e del debito per contrastare la cattiva allocazione del capitale e la disuguaglianza”.

Il rapporto Global Economic Prospects di giugno offre la prima valutazione sistematica di come le attuali condizioni economiche globali si confrontino con la stagflazione degli anni ’70, con un’enfasi particolare su come questa congiuntura potrebbe influenzare i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo. Tre gli aspetti che ricordano quel periodo: inflazione in continua ascesa, indebolimento della crescita e vulnerabilità dei mercati. Oggi come allora, la soluzione perseguibile è l’inasprimento della politica monetaria, che però farà del male ai Paesi emergenti ed ai mercati in via di sviluppo. “Le economie in via di sviluppo dovranno bilanciare il dovere di garantire la sostenibilità fiscale con la necessità di mitigare gli effetti delle crisi che si riflettono quotidianamente sui cittadini più poveri”, sostiene Ayhan Kose, Direttore del Prospects Group della Banca Mondiale.

L’inflazione globale dovrebbe diminuire il prossimo anno, ma probabilmente rimarrà al di sopra degli obiettivi in molte economie. Il rapporto rileva che se l’inflazione rimanesse elevata, una ripetizione del precedente episodio di stagflazione potrebbe tradursi in una forte flessione globale, con conseguenti crisi finanziarie in alcuni mercati emergenti e economie in via di sviluppo.

Alessio Gallicola


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