Forse ci siamo: la Bce non alzerà ancora i tassi di interesse, siamo al picco. Sempreché non si avverino “ulteriori choc” o si registrino “dati inattesi”. Christine Lagarde non ha abbandonato del tutto la comunicazione da falco che le era stata rinfacciata nei mesi scorsi. Però dice una cosa che tonifica i mercati. I tassi, secondo la governatrice Bce, hanno raggiunto il picco, o per restare in lessico post-pandemico, il plateau e da questo momento in poi possono solo scendere. Non è dato sapere quando. Sia chiaro. Nessuna promessa, né impegno. La governatrice, del resto, non vuole dare a nessuno un segnale di liberi-tutti. Intervistata a France 2, Lagarde s’è rallegrata per i tassi di inflazione che hanno raggiunto il 2% e ha affermato che “se vinciamo la lotta contro l’inflazione, e se siamo certi che l’inflazione sarà effettivamente al 2 per cento, a quel punto i tassi cominceranno a scendere”. Per vedere qualche taglio, se tutto andrà bene, occorrerà aspettare (almeno) la fine della prossima primavera. O, comunque, se ne parlerà dopo le elezioni per il rinnovo dell’europarlamento. Lagarde ha affermato che, allo stato, “non si può dare una data”. Quindi bisogna solo affidarsi ai dati che, volta per volta, verranno resi pubblici dagli istituti di statistica comunitari.

Difatti, dall’Eurotower, i banchieri centrali Ue hanno fatto sapere che i tassi resteranno in territorio restrittivo fino a che l’inflazione non arriverà all’obiettivo fissato al 2%. L’ultimo bollettino della Bce, infatti, parla chiaro: “Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati dell’orientamento restrittivo. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria