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Attualità

Beatrice Venezi sfida critiche e falsità sul ruolo alla Fenice

di Ivano Tolettini -


La nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale della Fenice di Venezia continua a incendiare il dibattito culturale e politico. 35 anni, curriculum internazionale e bel volto legato anche al mondo mediatico, la pianista e direttrice d’orchestra ha scelto di reagire alle polemiche che l’hanno investita dopo l’annuncio del sovrintendente Nicola Colabianchi. Non solo parole: Venezi ha conferito mandato all’avvocata Giulia Bongiorno per valutare azioni legali in sede civile e penale contro chi, a suo giudizio, avrebbe diffuso “infondate e gravissime falsità” sul suo conto.

L’accusa

Dietro la scelta non c’è tanto l’amarezza per le critiche legittime, quanto la volontà di difendere la propria onorabilità di fronte ad attacchi definiti “violenti e infondati”. “I sacrifici quotidiani compiuti per costruire il mio percorso professionale e il rigore che mi ha sempre ispirato – afferma – mi impongono di non tacere”. A innescare la polemica sono state le maestranze della Fenice, che con una lettera hanno chiesto la revoca dell’incarico giudicando Venezi non all’altezza del ruolo. Per loro manca l’esperienza necessaria per guidare un’orchestra di caratura internazionale come quella veneziana. Il musicista Marco Trentin della Cisal Fials sottolinea come la protesta sia “una valutazione professionale”, non un attacco personale: “Non riteniamo di aver offeso l’onorabilità della signora Venezi”.

Dalla critica all’odio

La presa di posizione, però, ha aperto la strada a una raffica di commenti, spesso aspri e personalizzati, che hanno travalicato i confini della critica tecnica. E proprio su quel terreno si inserisce ora la linea difensiva di Giulia Bongiorno: “La critica è legittima – dichiara – ma quando si arriva a odio e minacce si entra in un altro campo. Qui siamo davanti a forti pregiudizi, in molti casi legati al fatto di essere donna”. La carriera di Venezi, del resto, è accompagnata da un’aura di divisione.

Il dibattito

Da un lato l’immagine glamour, la partecipazione a programmi televisivi e l’impegno dichiarato a difesa della musica classica in contesti popolari. Dall’altro le accuse di spettacolarizzazione, l’idea di una presenza più mediatica che accademica. Il dibattito si è accentuato negli anni: nel 2023 la sua nomina alla Macao Symphony Orchestra e al Teatro Colón di Buenos Aires aveva già acceso discussioni simili. Non è mancata nemmeno la politica a cavalcare il caso. Alcuni ambienti conservatori hanno visto nella contestazione un riflesso di pregiudizi ideologici, mentre dal fronte progressista si sottolinea la necessità di affidare incarichi di questo livello a figure con carriere di lungo corso. Il risultato è che la Fenice, uno dei teatri simbolo dell’opera italiana, si ritrova oggi al centro di una tempesta che va ben oltre la musica. L’avv. Bongiorno spiega che le azioni valuteranno non solo i contenuti diffamatori ma anche eventuali danni d’immagine.

Dalla polemica alla strategia

Una strategia che potrebbe trasformare lo scontro culturale in una battaglia giudiziaria. Intanto Venezi ha scelto di non partecipare al Festival delle Idee di Mestre per non alimentare ulteriormente la polemica. Il caso mette in luce una faglia profonda nel mondo culturale italiano: come bilanciare l’apertura a nuovi volti con il rispetto delle competenze riconosciute? E fino a che punto la critica può trasformarsi in attacco personale?


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