Bevilacqua: “Ue-Mercosur: interesse dell’Unione o dell’industria?”
Il giurista: "La pressione su di un accordo a tutti i costi. Come Lula potrebbe creare una inaspettata convergenza Macron-Meloni"
Il giurista Nunzio Bevilacqua ha le idee chiare sulla vexata quaestio dell’accordo Ue-Mercosur. E spiega: “La questione sul Mercosur – l’accordo di libero scambio con Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay – ha fatto emergere, al contrario di letture ‘tendenziose’ che vedrebbero una Unione ‘al capolinea’, un qualcosa di realmente positivo per la Ue: l’identità di ciascun Paese e la difesa degli interessi non solo delle proprie economie e degli operatori economici più esposti ma, in alcuni casi, anche di valori comunitari per eccellenza, quali la concorrenza o l’agricoltura e dell’unico bene non, in teoria, “negoziabile” sui tavoli politici, quale la salute dei cittadini, intrinseca nell’alimentare”.
Bevilacqua e l’analisi sull’intesa Ue-Mercosur
Il giurista d’impresa Nunzio Bevilacqua, esperto economico internazionale, spiega: “Sotto gli occhi di tutti l’interesse di alcuni settori, quale automotive e meccanica, e di alcuni specifici Paesi come Germania in testa e la Spagna, a portare avanti un accordo ‘senza se e senza ma’, quasi come un accordo aziendale, più che come un qualcosa coinvolgente nella ‘partita’ interessi sociali, comunitari ed anche il bene supremo della salute”. E dunque: “La protezione di un valore come quello Made in Eu – attualmente ‘a geometria variabile’ – ed ancor più, da parte di Paesi con brand ad alto valore aggiunto come il Made in France o in Italy, dovrebbe essere un dovere della politica al fine di preservare l’identità e integrità dei propri territori dai continui attacchi ‘ribassisti’ da parte dell’Europa centrale”.
Il nodo agroalimentare
Il giurista prosegue: “L’agroalimentare latinoamericano è ancora troppo distante dagli standard europei e non solamente per questioni di tracciabilita’; si incide su di un asset, quello alimentare, che l’Europa non dovrebbe considerare come ‘figlio di un dio minore’ sacrificabile sull’altare di qualche grande gruppo industriale, capace magari, attraverso la Germania, di attuare qualche forma di ritorsione ‘europea’ sugli agricoltori che, ad oggi, e in difesa anche delle prossime generazioni, mettono in evidenza che quelle garanzie reclamate e condivise, tra cui le reciprocità e i sistemi di antielusione, non esistono nella realtà”.
“Ora o mai più?”
Bevilacqua ha proseguito: “Non si può sostenere, in modo capzioso, ‘o ora o mai più’, in primis perché quello che non si è fatto in 25 anni non vuol dire che si debba fare male e in fretta oggi e perché la ‘credibilità negoziale dell’Ue’ o, meglio, la sua palese debolezza, non si determina nel chiudere un accordo che da molto tempo è sul tavolo”. E dunque ha dedotto: “Ma nel come una Unione di Paesi sviluppati sia in grado di tutelare le proprie generazioni presenti e future oltre a non subire le decisioni di pochi gruppi di interesse e, in alcuni casi, di specifici Paesi membri d’intesa con Paesi terzi” e quindi il giurista conclude: “Come in un matrimonio, anche le importanti spese apprestate o gli impegni assunti mai dovrebbero menomare la libertà dei due contraenti ad una libera scelta fino all’ultimo passo”
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