Cultura & Spettacolo

Blu Yoshimi: “Io, Nanni Moretti e quella chiamata last minute…”

di Nicola Santini -


È stata una delle sorprese dell’ultima edizione del Festival del Cinema di Cannes, Blu Yoshimi, tra i protagonisti del nuovo film di Nanni Moretti “Il Sol dell’Avvenire”. Attrice versatile e creativa, capace di spaziare amabilmente tra cinema, televisione e teatro, si confessa a L’Identità.
Blu, sei reduce da una trasferta al Festival del Cinema di Cannes: un bilancio?
Io amo i festival come spettatrice. In particolare quello di Torino. Come attrice anche sono belli, sono un momento di trionfo per tutti coloro che hanno lavorato al film. Chiaramente la parte del lavoro che mi piace di più è l’effettivo lavoro di preparazione o sul set,in scena, ma Cannes era un fioretto oltre che un sogno. Ci volevo andare come attrice. La cosa più bella è stata andarci con Nanni che è stato accolto con così tanto calore e che ci ha voluti tutti li, come una grande famiglia. Inevitabilmente per me Nanni rappresenta anche l’inizio di questo percorso artistico e stare lì con lui e tutti gli altri è stato emozionante. Quando siamo arrivati al red carpet e da lontano ho letto “festival de Cannes” con tutte quelle luci, ho sentito i miei occhi brillare. Ancora più emozionante la visione in sala dove il pubblico ha partecipato molto con tanto di applausi a scena aperta.
Com’è stato farsi dirigere da Nanni Moretti?
Nanni ha una visione molto chiara di ciò che vuole e questo permette anche maggiore fiducia da parte dell’attore. Credo che in generale la cosa bella è la relazione artistica che si crea tra attore e regista, come un dialogo, ma c’è bisogno di ascolto da entrambe le parti. E Nanni ascolta.
Ci racconti qualche aneddoto legato al set?
Mah io rispetto agli altri sono stata inserita un po’ last minute. Nanni è conosciuto per le preparazioni lunghe ma è pur sempre un’artista! Perciò mi ha chiamata per un provino pochi giorni prima del set, perché aveva scritto una scena nuova ad un personaggio che gli dava un altro spessore e voleva vedermi. È andata e sul set è successo qualcosa di magico! In occasione della scena di litigio con l’altro ragazzo (Michele Eburnea), abbiamo fatto tanti Ciak come suo solito, questo sì, ma poi, Nanni mi ha chiesto di fare un’improvvisazione insieme e ci siamo entrambi emozionati. Quello è un unico ciak ed è il cuore di questa scena che si vede ora nel film.
Sabato scorso sei tornata sul palcoscenico con un progetto che ti ha visto impegnata su più fronti…
Al Teatro Palladium di Roma ha debuttato “L’isolachenoncé”, un testo scritto a quattro mani insieme a Gemma Costa e diretto da Miranda Angeli. Scrivo da quando sono piccola e Peter Pan è un personaggio di cui sono stata sempre innamorata. Gemma, l’altra autrice e attrice, è stata una compagna di avventure stupenda. Avevo questa idea di un incontro tra Peter e Wendy che potesse farle crescere entrambe a modo loro, e con lei il processo di scrittura è stato semplicemente naturale creando un modo variegato. È un progetto autoprodotto per cui ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuta. Dalla regista, all’aiuto regista Andrea Aureli, i costumi di Giovanni Schiera, gli attori Andrea Lami e Lidia Vitale, le musiche di Edoardo Elia, le foto di Patrizio Gentile.
A quali altri progetti ti stai dedicando?
A breve inizio le prove di uno spettacolo con Silvio Orlando. “I ciarlatani” Un testo di e diretto da Pablo Remon. Sono molto entusiasta e onorata di poter lavorare accanto a Silvio che del teatro è maestro. Ho recenthyhemente finito di girare “Resvrgis” di F. Carnesecchi e una serie che arriverà il prossimo anno. Nel mentre ho i miei progetti: un cortometraggio in scrittura che vorrei dirigere e un documentario molto underground su una storia che in parte tocca anche me e che ho la fortuna di poter osservare da vicino.
Come nasce la tua passione per la recitazione?
Forse è sempre stata lì, forse è nata perché ho seguito mia madre Lidia Vitale nei suoi stage, primi spettacoli e poi i set fin da quando ero piccola. Mi ha ispirata molto rispetto alla dedizione al lavoro. Dopodiché entrambe abbiamo un percorso indipendente e sento che la recitazione mi appartiene a prescindere. Ho studiato e continuò a studiare molto con coach come Cloé Xhauflaire che ho incontrato al Susan Batson Studio di New York. Oggi questa passione continua a crescere e farmi imparare cose nuove di me. Sicuramente continuare ad allenare la meraviglia. Sinceramente ho voglia di esplorare. Nuovi personaggi, nuove storie, generi, stili. Mi piacerebbe molto fare un musical e unire anche la vulnerabilità e gioia che mi tira fuori il canto. Ma ecco, buone storie e registi coraggiosi sono necessari per divertisti e arrivare al cuore delle persone. Perciò mi auguro di incontrarne sempre di più.


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