Politica

Bollette ai massimi e Draghi si sveglia

di Edoardo Sirignano -


Il gas balza alle stelle. Arriva la sveglia per Draghi. Picco a 339 euro al megawattora alla piazza di Amsterdam. Il governo adesso non può più far finta di nulla. Il tema razionamenti torna al centro della campagna elettorale. Senza alcuna esclusione di colore, i leader dei partiti chiedono misure urgenti.
A evocarle pure Matteo Salvini. Il leader della Lega, a Napoli, non utilizza giri di parole: “Se il prezzo del gas non scende il prossimo governo dovrà tagliare i consumi”. Il numero uno del Carroccio chiede al governo Draghi un vero e proprio piano di emergenza nazionale. Per affrontare l’inverno, a suo parere, occorrono non meno di 30 miliardi. Oltre all’immediato, però, bisogna guardare al futuro. Ecco perché il politico milanese riapre alle ricerche di gas nei mari italiani e soprattutto al nucleare: “Chi dice no – scrive su Twitter – è ignorante o in malafede”. Per Salvini le sanzioni non stanno né fermando la guerra, né mettendo in ginocchio il gigante sovietico: “Chi rischia di più è l’Italia. A dirlo questa volta è l’Economist”.

Sulla necessità di mettere al centro dell’agenda i temi energetici si ritrova pure il Cav. Per Silvio Berlusconi, intervenuto telefonicamente alla presentazione dei candidati azzurri in Lombardia, vanno previsti adeguati ristori per evitare la paralisi: “È necessaria un’iniziativa comune europea – evidenzia l’ex presidente del Consiglio – per contrattare i prezzi degli idrocarburi, ma bisogna anche dare immediatamente il via a tutti gli interventi strutturali che la sinistra irresponsabile ha bloccato per anni, e cioè ai rigassificatori, ai termovalorizzatori, alle trivellazioni, alle energie rinnovabili e soprattutto alla ricerca per il nucleare pulito. Non possiamo perdere neppure un giorno”.
Un appello che sarebbe già arrivato nei corridoi di Palazzo Chigi. Adesso, pertanto, non si possono ignorare né gli appelli provenienti da Rimini, né richieste che allo stato provengono non solo dai banchi dell’opposizione e dai principali stakeholder dell’economia nazionale.

A conferma di ciò le ultime parole del viceministro alle Infrastrutture e alla Mobilità Sostenibile Luca Morelli: “Oggi – tuona – siamo di fronte a una nuova emergenza e a una nuova crisi. Occorre che questo esecutivo metta in campo strumenti emergenziali, guardando al futuro”. Non bastano, comunque, le rassicurazioni provenienti da Palazzo Chigi per fermare il grido della Meloni, che stavolta non risparmia bordate verso il titolare della Farnesina Luigi Di Maio: “Un ministro pagato dai cittadini per screditare e rendere debole la propria nazione agli occhi degli Stati esteri, soprattutto in una fase delicata come questa, è semplicemente indegno”.

La leader di Fratelli d’Italia, però, non polemizza soltanto, ma propone anche cambiamenti fondamentali, soprattutto sul welfare. La famiglia acquisisce un ruolo centrale: “È il nucleo essenziale – ribadisce Giorgia – della nostra nazione, l’unità di base del nostro vivere sociale. Non ne può tener conto la tassazione sul reddito. In sostanza più figli si hanno, meno imposte si devono pagare”.

Lo strumento da utilizzare per Fratelli d’Italia è l’assegno unico universale: “Oggi la legge prevede un contributo per ogni figlio a carico da un minimo di 50 euro a un massimo di 175 euro al mese in caso di Isee sino alla soglia di 15 mila euro. Stiamo parlando di importi troppo bassi. Lo sanno bene i genitori.
Aumentare l’assegno unico del 50%, che in questo modo arriverà a un massimo di 260 euro mensili per figlio, circa 6 miliardi, certamente è poca cosa rispetto alle decine e decine di miliardi buttati attualmente in bonus inutili.

Le risorse le prenderemo da lì. Si tratta di una proposta semplice e responsabile, che intendiamo attuare subito, già nella prossima legge di bilancio. E magari qualche giovane coppia penserà con meno timore all’idea di mettere al mondo dei figli”.


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