Politica

Bonaccini in pole position ma la Lega dice no

di Eleonora Ciaffoloni -


“Serve un commissario, non importa chi sarà. Il tema non è nome e cognome ma come si vuole lavorare”. A dirlo è il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini che, proprio sulla nomina di un commissario per l’alluvione, è finito al centro della polemica. Quello del commissariamento è “un modello che ha funzionato bene nella ricostruzione del terremoto” ha detto il governatore. Difatti nel documento preparato dai vertici della regione Emilia-Romagna destinato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il primo punto è che venga nominato un commissario alla ricostruzione. Documento in cui non c’è nero su bianco il nome del presidente, ma sembrerebbe implicito, visto che tutti i firmatari – dalle banche, fino ai sindacati compresa l’Ugl – sostengono il governatore.

FUMATA NERA

Nessuno dal governo ha fatto sapere quale decisione verrà presa e su chi verterà, con un mantra ripetuto allo stesso modo da più fonti governative: “compete al Consiglio dei ministri”. Eppure, nella mattinata di ieri, a seguito del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto-legge sull’emergenza maltempo, non vi è stata la fumata bianca sul tema commissario. Nessuna decisione neanche a seguito dell’incontro e della conferenza stampa tra Meloni e Bonaccini, conclusasi positivamente anche con la soddisfazione dei presenti sindacati, segretari regionali, associazioni di impresa con i presidenti regionali, Legacoop e le associazioni agricole della Regione colpita. C’è una tendenziale positività sulle decisioni prese e su quanto destinato agli aiuti, ma oltre alla celerità di intervento tutti chiedono – dal governatore Bonaccini, ai sindacati e alle associazioni di categoria – una struttura commissariale e un decreto ad hoc per ricostruire proprio “come si è fatto dieci anni fa per il terremoto”. Commissario per l’emergenza che potrebbe essere proprio il presidente Bonaccini, sia per il ruolo ricoperto – “Storicamente è sempre accaduto che lo fanno i presidenti di Regione” ha dichiarato il governatore del Veneto Luca Zaia -, sia per la profonda conoscenza del territorio colpito. Proprio per questo ultimo punto una “tempestiva nomina” è una delle richieste delle 18 sigle tra lavoratori e associazioni sindacali ed è anche quello che chiede Stefano Vaccari, il capogruppo dem in Commissione Agricoltura della Camera: “Serve un Commissario Straordinario che conosca il territorio e sappia tenere insieme la gestione dell’emergenza con la ricostruzione. Non è questo il tempo delle polemiche, e deve valere per tutti, anche per i due capigruppo di Camera e Senato della Lega che soltanto ieri puntavano il dito sulle cose non fatte dall’Emilia-Romagna”. Ma è proprio sul nome di Stefano Bonaccini che sono iniziate le divisioni, non solo tra maggioranza e opposizione, ma anche all’interno della compagine di governo.

IL VETO LEGHISTA

Da un lato, la strana coppia Bonaccini-Meloni sembra funzionare e secondo fonti del governo la premier starebbe propendendo per la nomina del governatore. A darle manforte, anche parte della coalizione che vorrebbe condividere con una forza dell’opposizione (seppur territoriale) la grande responsabilità della ricostruzione. A dirlo anche Maurizio Gasparri, di Forza Italia: “Secondo me rispettare il territorio sarebbe abbastanza logico anche per una responsabilità e gestione condivisa di un’emergenza del Paese”. A frenare sulla nomina di Stefano Bonaccini è la Lega: un veto che ha avuto come conseguenza quella di differire la nomina ai prossimi giorni, sia per non rovinare il buon esito del Consiglio dei ministri, sia per non creare screzi tra Lega e Fratelli d’Italia. Inoltre, il vicepremier Matteo Salvini non nutre particolare simpatia per il governatore emiliano e, per questo, dal Carroccio hanno voluto sottolineare come l’alluvione “ha investito anche le Marche” e che il commissario “di certo non sarà del Pd”. Ma quello del leader leghista non è l’attacco più grave. Al veleno è intervenuto Jacopo Morrone, ex sottosegretario alla Giustizia della Lega e deputato forlivese: “Ci sono diversi fattori che suggerirebbero di optare per una personalità terza, di alto profilo, rispetto a Bonaccini”. Una critica che parte da lontano: Bonaccini, dice Morrone, “non ha brillato” come “commissario straordinario (da otto anni) per il dissesto idrogeologico” e quindi “non ci si può aspettare che ora metta il turbo”. E non solo, attacca anche sui fondi: “Il governatore Bonaccini e l’allora sua vice Elly Schlein, hanno dato annunci di stanziamenti per cinque milioni nel 2022 e 11 nel 2023 per la viabilità in tutti i comuni montani. Ma non è dato sapere a quanto ammonti la cifra destinata alla Romagna e per quali progetti”. Insomma, le accuse sono arrivate, ma sembrerebbe che la nomina – a Stefano Bonaccini – sia solo questione di giorni.


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