Politica

Calenda sicuro: “Il Terzo polo? Già fatto e io mi candido a segretario”

di Domenico Pecile -

CARLO CALENDA AZIONE


Carlo Calenda lo assicura: “Il partito unico è cosa fatta”. Partita chiusa, aveva garantito martedì scorso durante la trasmissione Di martedì, anche perché Renzi, l’alleato- competitor, “non è negli organi. Gli abbiamo chiesto di fare un passo indietro”. Della serie, aveva aggiunto con ironia, “Renzi sarà anche tosto, ma non sapete come sono fatto io. Sono piuttosto diretto, i patti sono chiari e l’amicizia è lunga”. Insomma, cosa fatta capo ha. E ieri, nel corso della trasmissione Mattino cinque ha ribadito: “Il partito del Terzo polo è già fatto, abbiamo deciso che il 10 di giugno le due assemblee di Azione e Italia viva delibereranno la fusione. Già oggi funzionano come partito unico”. Annuncio che era già stato “benedetto” anche da Matteo Renzi: “In molti – aveva avuto modo di scrivere sulla propria E-news – mi state scrivendo perché dopo varie uscite stampa non è chiaro quello che farò io da grande. Vi ringrazio per la premura, ma la situazione è molto semplice. Io voglio lavorare perché del Terzo polo prenda forza. Perché ci credo, davvero: perché ci credo tanto”. Poi, aveva aggiunto: “Per farlo abbiamo incaricato con il voto di tutta Italia viva un Comitato politico guidato da Carlo Calenda e da Elena Bonetti. È composto da alcuni tra i nostri dirigenti. Dobbiamo dare tutti una mano perché il lavoro di questo Comitato funzioni bene e ci consegni un percorso credibile per fondare il partito nuovo entro questo autunno. Ci sono tutte le condizioni perché ciò accada e funzioni, quindi lavoriamo senza polemiche e retro pensieri”. Calenda, dunque, accelera. Il segretario del prossimo partito unico dei centristi? Ecco la sua replica: “Io mi presenterò come segretario, poi voteranno gli iscritti. Noi pensiamo che quello che ha senso in un partito non è far virare gli iscritti a un altro partito, come fa il Pd e come è successo alle primarie del Pd quando gli iscritti hanno votato per Bonaccini e i non iscritti hanno ribaltato il risultato”. Ma questa non è l’unica stoccata che Calenda ha voluto riservare al Pd. Dal quale, anzi, continua a prendere le distanze in maniera tanto netta quanto polemica. Sui temi cruciali, dall’energia alle primarie, il leader di Azione non fa mistero di sentirsi più vicino alla destra piuttosto che al Pd di Schlein tanto da far capire che la sconfitta di Bonaccini alle primarie poterebbe mettere la parola fine a ogni, possibile futura intesa con i dem. E dunque ha sottolineato che sì, su alcuni temi cruciali, si sente decisamente più vicino alla destra. “Per esempio – argomentato – la destra sul nucleare dice e non dice ma ha votato una nostra mozione in cui si dice con chiarezza che si deve andare verso il nucleare. L’obiettivo di fare politica è migliorare la vita delle persone, se un provvedimento della destra lo condivido, lo voto”. E nei giorni scorsi, lo stesso Calenda aveva deciso di “invitare formalmente +Europa a partecipare al processo costitutivo del partito unico dei liberaldemocratici. Li inviteremo a venire già alla prossima riunione del Comitato. Sono molto d’accordo sulla proposta di Iv di allargare il processo di costituzione del partito unici, evitando la somma dei due partiti. Anche da questo nasce l’esigenza di invitare subito +Europa a partecipare e anche la parte popolare del Pd che non si trova più in quel partito”. Fin qui i propositi (un grande partito liberaldemocratico) e le speranze (attingere consenso in quella parte del Pd che non ha accettato la svolta a sinistra della nuova segretaria). Resta il fatto che il Terzo polo deve ancora metabolizzare il flop delle elezioni regionali in Lombardia. Il prossimo test elettorale per capire se è riuscito a invertire la tendenza saranno le elezioni regionali del Fvg, in programma il 2 e 3 aprile. Il Terzio polo corre solo. Un altro flop significherebbe interrogarsi su spazi potrà avere dentro una logica di rinnovato bipolarismo.


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