Caos trasporti ai valichi, a rischio l’export. Quasi i due terzi (63%) delle esportazioni agroalimentari italiane interessano i Paesi dell’Unione Europea che vengono raggiunti principalmente attraverso i valichi alpini con l’88% delle merci che in Italia viaggia infatti su gomma. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui effetti dei limiti alla circolazione lungo le frontiere.
Una situazione che – sottolinea la Coldiretti – mette a rischio il record dell’export agroalimentare Made in Italy che ha raggiunto i 60,7 miliardi nel 2022 e che è cresciuto dell’ 8% nei primi cinque mesi di quest’anno. L’allungamento dei tempi di trasporto – continua la Coldiretti – preoccupa soprattutto per il transito delle merci deperibili in una situazione di forte concorrenza estera a partire dalla Spagna.
“Occorre intervenire nell’immediato con accordi che consentano di ridurre al minimo i disagi ma occorre anche investire sulla logistica in termini infrastrutturali” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. In questo scenario pesa il deficit logistico italiano per la carenza infrastrutturale per il trasporto merci e occorre intervenire per migliorare i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” conclude il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
Un caos trasporti, preso in esame anche da Anita, denunciato anche da Conftrasporto, con rischi per l’export che Coldiretti denuncia da tre anni. Nel marzo 2020 segnalava che con l’Italia isolata, erano a rischio 44,6 miliardi di esportazioni agroalimentari a causa dei vincoli alle frontiere, delle difficoltà logistiche e al calo della domanda estera spesso favorita da strumentalizzazioni e concorrenza sleale. Un’analisi in relazione al moltiplicarsi dei limiti alla frontiere posti da un numerose crescenti di Paesi, sulla base dei dati Istat del 2019. La stretta al Brennero dell’Austria, all’epoca, la più pericolosa considerati i circa due terzi (63%) delle esportazioni agroalimentari italiane che interessavano i Paesi dell’Unione Europea con la Germania che si classificava come il principale partner con 7,2 miliardi.