Esteri

Capuozzo:“La sinistra dei kibbutz e la destra ex fascista a braccetto nell’odio per gli ebrei”

di Domenico Pecile -


Toni Capuozzo di recente ha ottenuto il Premio Valore 2023 per i Diritti umani, assieme ad altri nomi illustri, “per l’impegno profuso nella ricerca di un linguaggio attuale, a metà tra l’esperienza dei padri e l’impeto delle nuove generazioni, affinché i giovani possano esprimere un giornalismo libero, alimentato dalla curiosità e dall’umiltà”. Un riconoscimento per il suo impegno in prima linea come inviato di guerra. Una pluridecennale esperienza, quella di Toni Capuozzo, che gli conferisce tutti i titoli per spiegare le guerre, quelle passate e quelle attuali.

Partiamo da una buona notizia e cioè dalla tregua raggiunta tra Israele e Hamas.
È già qualcosa. Ogni tregua è sempre benvenuta. Purtroppo però è e resterà soltanto una tregua perché entrambe la parti stanno già affilando le armi per la seconda fase che ovviamente ha obiettivi contrapposti.

E ora quale sarà l’obiettivo di Israele?
L’obiettivo dichiarato già all’indomani del 7 ottobre è la distruzione di Hamas le cui milizie e il cui quartier generale si sono spostati necessariamente a Sud della striscia di Gaza dopo le sconfitte subite a Nord. La trincea di Hamas si trova adesso a Kan Yunis, città palestinese con annesso campo profughi.

Hamas come intende controbattere a questa fase che si preannuncia altrettanto cruenta ?
Resistere il più a lungo possibile lavorando psicologicamente sugli ostaggi. Dopo la liberazione ne rimangono 236. Hamas confida nella pressione dei parenti ma soprattutto nel mondo intero affinché fermi il gruppo dirigente israeliano. Ma sa di dover scendere a patti perché sta subendo pesantissime sconfitte anche se canterà vittoria per avere costretto Israele a negoziare.

Quale sarà l’esito di questa seconda fase?
Che Israele distruggerà Hamas. Ma dopo dovrà confrontarsi con una qualche autorità palestinese.

Quindi a quel punto Hamas sarà costretto a restare isolato dato che l’auspicato supporto dell’Iran non è arrivato?
L’Iran sa perfettamente che un suo intervento gli costerebbe troppo caro. Anche perché è costretto quotidianamente a fare i conti con le proteste intere. Sì, per Hamas arriverà la sconfitta definitiva. Anzi, rischia di scomparire.

Questa fase che dovrebbe portare alla debacle di Hamas quanto potrebbe durare?
Mah, altri due mesi. Israele aveva affermato che la guerra sarebbe stata lunga, ma alla luce dei risultati che ha conseguito a Gaza nord ora quelle previsioni saranno necessariamente riviste al ribasso anche perché, come dicevo, Hamas pare destinato all’isolamento.

Alla fine della guerra quale sarà il futuro del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu?
Credo abbia i mesi contati. Finito il conflitto va a casa. A questo punto vorrà passare alla storia come quello che ha vinto la guerra più difficile. Ma lascia la grande macchia del 7 ottobre, quando si è fatto sorprendere dai terroristi di Hamas, la contesta vicenda della riforma sulla Giustizia e alcune macchie di sue vicende personali.

La reazione militare durissima di Israele che coinvolge anche i civili ha ridato ossigeno al virus dell’antisemitismo. Israele ha valutato queste conseguenze e si deve preoccupare del clima politico mondiale?
L’ex premier israeliano e prima donna a guidare il suo Paese, Golda Meir, è passata alla storia anche per una frase che bene si addice alla guerra in corso contro Hamas. Eccola: “Preferiamo raccogliere le vostre lamentele piuttosto che le vostre condoglianze”. Era prevedibile però che la risposta militare molto dura facesse risorgere un antisemitismo dormiente. Ma Israele preferisce questo rischio piuttosto che rivivere un altro incubo come quello del 7 ottobre.

Un antisemitismo che, oltre a essere trasversale, sta accomunando settori della Sinistra e della Destra. Come lo spieghi?
Una parte della Sinistra per anni ha vissuto con favore l’esperienza socialisteggiante dei Kibbutz, mentre un’altra negli ultimi decenni è sempre stata al fianco della resistenza palestinese. La destra ex fascista o addirittura nazista ha sempre odiato gli ebrei, a prescindere. E così, in questa occasione i due estremismi vanno a braccetto.

Due popoli e due Stati, dunque?
Questa è l’unica soluzione possibile, ma adesso è irrealizzabile. Prima Hamas deve essere sconfitto del tutto e poi c’è da risolvere anche la questione dei coloni. E mentre nella striscia di Gaza si muore, ci si dimentica dell’altra mattanza: la guerra tra Ucraina e Russia. Ma quella era già finita nel dimenticatoio. È un conflitto senza sbocco perché la situazione è di stallo permanente.


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