Economia

Carissima scuola, quanto pesa il ritorno in classe

Tutti i rincari stimati dai consumatori, la richiesta: "Zero Iva su libri e spese scolastiche"

di Cristiana Flaminio -


Scuola, si prepara la mazzata per il rientro tra i banchi. Arrivano i conti dei consumatori e le notizie, per le famiglie, non sono affatto buone tra aumenti, rincari e prezzi che, nel migliore dei casi, continuano a restare altissimi. Le organizzazioni, adesso, fanno appello al governo a cui chiedono di calmierare i prezzi e, contestualmente, di rivedere alcune leggi che, pensate inizialmente per favorire i piccoli esercizi e i librai e difenderli dallo strapotere dei colossi dell’ecommerce come Amazon, si stanno rivelando una “trappola” per le famiglie.

Scuola, i conti dei consumatori

È l’Unione nazionale dei consumatori a sciorinare dati e numeri in vista del ritorno tra i banchi a settembre. Tutto aumenta, a cominciare dal materiale di cancelleria necessario agli studenti di ogni ordine e grado. Penne, matite ed evidenziatori, difatti, costano già il 6,9 per cento in più rispetto a un anno fa. Si tratta dell’aumento più vistoso tra quelli segnalati finora, in termini di trend percentuale. Molto meglio va sul fronte della carta. Quaderni, quadernoni e risme di fogli sono aumentate “solo” dell’1,5 per cento. Bene, ma non benissimo. Già, perché per l’Unc pone l’accento sul trend rialzista che dura da anni su questi beni e che ha portato la carta a rincarare, nel 2022 del 9,8% e del 7,5 per cento l’anno seguente. C’è, poi, la questione libri. Gli editori hanno già fatto sapere che gli aumenti seguiranno il trend dell’inflazione ma per l’Unc il rialzo complessivo sarà superiore all’1,8% preventivato e si attesterà sul 2,8%. Attenzione, però, perché gli aumenti, per quanto riguarda i libri per le superiori, saranno ancora più importanti. Perché, stando ai consumatori, occorre tenere presente anche l’acquisto di dizionari e “finti libri facoltativi” che faranno aumentare le maggiori spese per le famiglie. Una soluzione, per il presidente Unc Massimiliano Dona, sarebbe quella di intervenire sulla legge che vieta gli sconti troppo alti per i libri, una norma che era stata adottata per contrastare Amazon e tutelare le librerie contro l’ecommerce: “La legge, per fare un favore ai librai, è stata ulteriormente peggiorata, danneggiando le famiglie e vietando alle grandi catene di supermercato e alle piattaforme digitali di poter fare sconti sui libri scolastici superiori al 15% del prezzo di copertina, anche sotto forma di buoni spesa. Nel 2019 i ribassi arrivavano, grazie ai buoni sconto, anche al 25%, mentre ora non possono superare la soglia del 15. Una tassa occulta del 10% a danno dei consumatori”. C’è, poi, un’altra richiesta dell’Unc: “Chiediamo di vietare la pratica degli editori, in materia di licenze per l’editoria digitale, di impedire, una volta usato il codice digitale, di trasferire la componente online del libro a un nuovo acquirente. Un abuso che, come dichiara l’Antitrust, ‘pregiudica il riutilizzo dei libri usati e ne deprezza il valore’, oltre a creare disparità rispetto alle edizioni cartacee e a ostacolare il comodato d’uso gratuito”. E infine l’ultima proposta: “Bisogna poi azzerare l’Iva sui libri scolastici, potenziare le detrazioni fiscali sulle spese dell’istruzione, includendo anche le spese per i libri scolastici”.

La versione dei cartolai

Dall’altra parte della barricata, o meglio del bancone, arrivano i calcoli e i numeri dei cartolai secondo cui, rispetto all’anno scorso, i prezzi in vista del ritorno a scuola sono rimasti più o meno invariati. Il presidente di Federcartolai, Medardo Montaguti, ha parlato della situazione scuola in un’intervista rilasciata all’agenzia Adn Kronos. In cui ha rivelato che se qualche aumento c’è, va rintracciato in quelli, a monte, della plastica che sarebbe rincarata del 2-3 per cento. Per Montaguti, però, gli aumenti dei libri sono sostanzialmente in linea con quelli riportati dall’Unc: “Sui libri, c’è un aumento tra il due e il 2,5 per cento, il tetto di spese è invariato così come la disponibilità è discreta, le consegne abbastanza puntuali e rispetto l’anno scorso abbiamo anche diminuito la tempistica da 20-25 giorni a 7-10 giorni”. L’inverno della demografia, al momento, non preoccupa troppo i cartolai italiani: “Nonostante il calo demografico in prima elementare abbiamo mantenuto un numero di prenotazioni invariato e ciò vuol dire che abbiamo recuperato numeri da Amazon o dalla grande distribuzione”. Eccolo, dunque, il grande avversario dei cartolai: “Come piccoli distributori stiamo andando abbastanza bene, abbiamo il 2-3% in più di prenotazioni di libri rispetto all’anno scorso, il nostro nemico è la Gdo”.


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