Politica

Casellati, il centrosinistra: “Candidatura improponibile, così salta tutto”

di Alessio Gallicola -


“Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto”. Il no alla Casellati di Enrico Letta è deciso e stavolta gli fa eco anche Matteo Renzi, che attraverso i suoi fa sapere di essere d’accordo con il segretario dem “sulla necessità di evitare nomi che mettano a rischio la coalizione che sostiene il governo”.

La presa di posizione di Letta e degli altri leader di centrosinistra è avvenuta dopo che si sono diffusi rumors sulla decisione di Salvini di candidare la presidente del Senato.  “Lavoro con fiducia, serietà e ottimismo. La soluzione può essere vicina” ha detto il leader della Lega uscendo dall’incontro con i governatori, i vertici del partito e i capigruppo parlamentari.

Intanto si è concluso lo spoglio del terzo scrutinio, che ha visto 125 preferenze al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il più votato in questa tornata. Dopo di lui il candidato di bandiera di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto, con 114 voti; Paolo Maddalena, con 61; Pier Ferdinando Casini, con 52. Le schede bianche sono state 412, le nulle 22, i voti dispersi 84. Presenti e votanti 978. Domani alle 11 quarta votazione, con quorum che scende alla maggioranza assoluta del plenum, pari a 505.

I voti a Mattarella, che secondo alcuni rappresentano un segnale chiaro da parte del Parlamento ai leader perché trovino una soluzione rapida, non trovano assolutamente d’accordo Fratelli d’Italia, che boccia il Mattarella bis: “Chiedere un bis a Mattarella è assolutamente impraticabile – è la sentenza di La Russa -. Non si fa un presidente della Repubblica perché raschi il fondo del barile, dopo che anche lui ha detto che non è interessato. Sarebbe la fine, non della democrazia, ma del rispetto della Costituzione”. E Guido Crosetto commenta così l’esito dello scrutinio: ”I miei 114 voti dimostrano che Giorgia Meloni aveva ragione e ha lavorato bene: i ‘grandi elettori’ del centrodestra volevano esprimersi e vogliono un presidente della loro area…”.

E dal fronte M5s arriva anche la voce di Grillo, che telefona in diretta a Mentana di La7 per precisare di non aver mai telefonato a Conte per indicargli la candidatura di Mario Draghi.


Torna alle notizie in home