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Caso Salis, primo verdetto Ue per revocarle l’immunità

Entro le 10:00, probabilmente, l'esito del voto di Juri

di Angelo Vitale -


Caso Ilaria Salis, oggi a Bruxelles – a porte chiuse e probabilmente entro le 10.00 – il voto della Commissione Affari Giuridici del Parlamento europeo (Juri) sulla richiesta di revoca dell’immunità parlamentare all’eurodeputata accusata dall’Ungheria di aver aggredito alcuni militanti neonazisti durante una contestazione nel 2023.

Juri vota su Salis

Una situazione politicamente polarizzata. Socialisti, sinistra e Verdi sostengono il voto contrario alla revoca, considerandola una questione di difesa dello Stato di diritto e della democrazia europea. René Repasi, coordinatore del gruppo S&D nella commissione, intende preservare l’equilibrio tra tutela delle libertà democratiche e la responsabilità legale personale.

I gruppi di destra e parte del centrodestra italiano (in particolare FdI e Lega) sono favorevoli alla revoca, sostenendo che Salis debba rispondere delle accuse giudiziarie.

Ppe ago della bilancia

La posizione del Ppe è considerata decisiva e molto dibattuta internamente, con alcune componenti critiche verso Viktor Orbán e altre più allineate alla destra ungherese.

E’ questa forse l’occasione nella quale si misurerà il peso di quanto valga ciò che Manfred Weber, presidente Ppe, disse il 5 marzo scorso (“Siamo stanchi di Orbán”). Un episodio chiave di una nuova stagione del forte conflitto tra il Ppe e il regime di Viktor Orbán, che ricambiò definendo Weber “ungarofobo” e “maggiordomo” di Ursula von de Leyen. Animato dopo l’espulsione di Fidesz dal Ppe nel 2021, il rapporto si è mantenuto sempre teso.

Ora, il parere determinante proprio dei “nemici di Orbán” per la revoca dell’immunità parlamentare di quella che Budapest definisce una “terrorista”.

In caso di revoca finale, Budapest potrebbe chiederne l’arresto immediato: il voto odierno è infatti solo indicativo, la vera decisione sarà presa in plenaria, a maggioranza semplice dei presenti, il 7 ottobre.

Ove la stretta osservanza della forma dovesse prevalere, conteranno – lo ha precisato il relatore Adrián Vázquez Lázara – solo i “criteri oggettivi” e non le “decisioni politiche”. Perché “si correrebbe il rischio di un ricorso alla Corte Ue delle parti”.

Cosa dice Salis

L’interessata si dice fiduciosa nelle “forze democratiche” ribadendo la “minaccia” di essere consegnata a un “processo-farsa” orchestrato da un regime illiberale e anti-europeista.


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