Politica

Centristi sulla soglia: l’apertura di Fdi al 3% e la vera partita di Renzi. Ma Fi insorge

di Domenico Pecile -


È già bufera sull’ipotesi di abbassare la soglia dello sbarramento, dal 4 al 3%; per entrare nel parlamento di Strasburgo. Il tema della modifica era stato posto soprattutto da Avs nei mesi scorsi e, di conseguenza, si era sviluppata una trattativa in Senato che avrebbe coinvolto anche il ministro per l’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Da qui l’ipotesi di un dialogo sul tema tra maggioranza e opposizione., Il “no” più fermo e stizzito è arrivato dalla Lega e da Forza Italia, L’ipotesi della modifica è circolata in questi giorni in una serie di colloqui e incontri politici trasversali e aveva avuto tra gli sponsor o perlomeno tra i favorevoli anche Fratelli d’Italia. A commentare la posizione del partito era stato il senatore Lucio Malan. “Fratelli d’Italia – aveva detto – non è toccata da questa modifica e mi pare che non abbia preclusioni in merito”. E con il partito del premier Giorgia Meloni si erano schierati da tempo Alleanza Verdi e Sinistra, che chiedono di uniformare la soglia di sbarramento alla norma vigente per la Camera. Anche se, ammettono a denti stretti, che “non c’è ancora alcuna proposta della maggioranza”.

Ma quello dell’abbassamento della soglia è un treno che piacerebbe prendere anche alle altre forze politiche che viaggiano su percentuali ancora lontane dal 4%. Piace a Noi moderati di Maurizio Lupi. Ma potrebbero essere interessati anche +Europa e Azione di Calenda. Senza contare che della partita ci sarà quasi sicuramente anche Matteo Renzi, che con ha annunciato con enfasi la nascita de Il Centro destinato ad esordire proprio alle prossime elezioni europee. Eppure, da Italia viva era arrivato un secco niet. Il capogruppo di Iv al Senato, Enrico Borghi, aveva affermato che “per noi lo sbarramento deve rimanere quello fissato dalla Legge. È un cattivo costume modificare le regole del gioco a ridosso delle consultazioni elettorali”. Ma la dichiarazione di Borghi, tuttavia, è antecedente alla sortita e all’annuncio del leader di Iv, Matteo Renzi.

Il Pd prende tempo e dice che si tratta di “temi delicati che richiedono un largo consenso” e che non hanno avuto sentore di segnali su un nuovo, possibile sbarramento per le europee. Il responsabile Riforme della segreteria Schlein, Alessandro Alfieri, non entra nel merito dell’eventuale riforma: “Siamo abituati a commentare le proposte di Governo e maggioranza quando sono in Parlamento”. Dunque, divisi alla meta sia in maggioranza sia all’opposizione. Nel centro destra l’altolà più determinato arriva dal leader della Lega, Matteo Salvini. La modifica della legge elettorale – ha affermato – non è una priorità della Lega, ma soprattutto è giusto che gli italiani scelgano i propri rappresentanti senza che ci siano aiutini. Chi ha i voti, ottiene il seggio. Peraltro, in teoria sarebbe più ragionevole alzare la soglia: consentirebbe di limitare la frammentazione politica che rende il Paese più debole”. E per sminare il campo da un eccesso di conflittualità interna sempre la Lega chiede di reintrodurre l’elezione diretta nelle Province, ipotizzando il primo voto in concomitanza con le elezioni continentali.

Il leghista Andrea Crippa offre anche un’altra chiave di lettura. “Siamo contrari alla riduzione della soglia di sbarramento – ha sottolineato – perché in sostanza è un salva-Renzi”. Ipotesi, tuttavia, che non collima con l’ipotesi di alcuni osservatori politici secondo cui proprio dentro Fratelli d’Italia si pensa che la possibilità di Renzi di approdare a Strasburgo si tradurrebbe in una inevitabile contrazione di voti anche del Pd, oltre che di FI. Da qui anche le voci secondo cui il partito della Meloni starebbe, come detto, trattando anche con alcuni partiti dell’opposizione. E a margine di una conferenza stampa, Raffaele Nevi, portavoce nazionale degli azzurri e vicepresidente vicario dei deputati di Forza Italia osserva di non sapere nemmeno dove sia nata l’ipotesi di abbassare la soglia di sbarramento delle Europee. “Per noi – sono state le sue parole – la soglia del 4% non si deve toccare, siamo totalmente contrari soprattutto in diminuzione”. Tranchant anche la dichiarazione del parlamentare azzurro, Maurizio Gasparri: “La soglia dello sbarramento non sarà rivista”.
E sempre Gasparri ha replicato con ironia a Renzi: “A Renzi i voti gli hanno preso tutti gli altri. Voglio ricordare che Renzi aveva il 40%, ora arranca, pietisce la riduzione del quorum per entrare in parlamento europeo dal 4 al 3% che non otterrà. Semmai quella soglia andrebbe rivista al rialzo, al 5%”. Insomma, nessun blitz e nessun accordo già chiuso, assicurano dal partito del premier. L’idea che le trattative continueranno in modo trasversale e sotto traccia è un’ipotesi assolutamente percorribile e che continuerà a tenere banco anche se per adesso ogni incontro avverrà soltanto in maniera ufficiosa e probabilmente più nel Transatlantico che alla Camera o al Senato.


Torna alle notizie in home