Salute

C’era una volta la sanità

di Eleonora Ciaffoloni -


“Le esigenze della sanità sono state ignorate”. A denunciarlo Barbara Cittadini, Presidente nazionale dell’Associazione Italiana Ospedalità Privata, che in un momento drammatico per il sistema sanitario italiano, attacca una politica e un governo “disinteressati” rispetto ai reali bisogni del Paese. I commenti di critica arrivano con una nota sulle ultime scelte che emergono dall’iter del Dl Aiuti quarter e dalla Legge di Bilancio, troppo distanti e assenti rispetto alle risposte necessarie per il settore.

MANOVRA INSANA

“Quella che il Parlamento si appresta a varare, per quanto attiene l’attenzione alla sanità, è una legge di Bilancio deludente” ha detto Cittadini. La sanità è “un settore che risponde alle esigenze reali degli italiani ma che sono state ignorate dagli articoli della Manovra”. Una dichiarazione che anticipa quanto – poco – sia stato deciso in aula: “Tra le 3024 proposte emendative sono stati presentati in maniera trasversale tre emendamenti fondamentali, che non comportano oneri di spesa a carico della finanza pubblica – rispettivamente a firma Lucaselli, Cappellacci e Faraone – che hanno un solo obiettivo: abrogare il tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni dalle strutture di diritto privato del Sistema Sanitario Nazionale, che erogano prestazioni alla popolazione, previsto dalla ‘Spending review’ del 2012”. Una percentuale minima, nel mare magnum degli emendamenti, ma che hanno fatto rumore. Sono “proposte che hanno tale condivisione e ragione d’essere che sono rientrate tra gli emendamenti super segnalati per abrogare un tetto, nato in fase emergenziale, ma che oggi è datato, anacronistico, illogico e di dubbia costituzionalità” ha specificato la presidente. Una soluzione di emergenza che però va avanti da un decennio in cui, oltre all’avanzare del progresso e alle nuove esigenze della cittadinanza, è scoppiata la pandemia di Covid-19. Ancora, dice Cittadini, c’è “un vincolo che blocca la capacità programmatoria delle Regioni e non utilizza le potenzialità della componente di diritto privato del Servizio Sanitario Nazionale, con un conseguente impoverimento quali-quantitativo nell’erogazione delle prestazioni”. Blocco che infatti, ha rappresentato un ostacolo nella fase pandemica. “Non è un caso che – durante il Covid – il Governo abbia dovuto agire in deroga a questa norma con almeno tre distinti provvedimenti di legge, a dimostrazione che provoca un blocco delle prestazioni sanitarie a danno dei bisogni reali del Paese”. Una sommatoria di fattori che però non ha portato a un superamento che, spiega la presidente Aiop “è stato chiesto, con determinazione, dalla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, vista l’impossibilità di rispondere alla domanda di salute della popolazione, e, non ultimo, dalla Cimop, la Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata. Nonostante il grande impegno profuso dai partiti, e la particolare attenzione del capogruppo di FdI in Commissione Bilancio, la volontà politica ha trovato ostacoli tecnico-burocratici, di dubbia fondatezza, che hanno portato ad esitare il parere contrario alle proposte emendative”.

SANITÀ POPOLARE

Pareri che, secondo Aiop e le associazioni, non tengono conto di ciò che veramente è necessario per il funzionamento della sanità in Italia, fluttuante in una crisi che non sembra vedere una via d’uscita. E su questo, si chiede la presidente Cittadini “Quale sia il valore della volontà popolare, espressa attraverso i rappresentanti in Parlamento, se poi a decidere sono alcuni alti burocrati che, da quello che appare, disconoscono le reali e concrete necessità della popolazione” che si trova in difficoltà anche solamente per un accertamento o una visita di routine. “È bene, quindi, rammentare i dati in merito alle liste d’attesa che aumentano sempre di più, della mobilità sanitaria non fisiologica, che crea significative diseguaglianze sociali e il drammatico fenomeno della rinuncia alle cure, che sta assumendo una dimensione allarmante” dice Cittadini, che spiega nel dettaglio: “La componente di diritto privato del Servizio Sanitario Nazionale garantisce il 28% di tutte le prestazioni e di tutti i servizi ospedalieri resi alla popolazione, assorbendo il 14% della spesa ospedaliera pubblica. E potrebbe fare ancora di più, se non fosse penalizzata da vincoli che, ormai, non hanno più ragione di esistere. Si sarebbe potuto garantire il diritto alla salute della popolazione che i padri costituenti hanno definito fondamentale nella Costituzione”. L’avvertimento della Aiop, inoltre porta all’attenzione dell’Esecutivo il problema reale per i pazienti, per cui sono a rischio il 30% delle cure, e chiedono di “agire in tempi brevissimi” perché “i ritardi in sanità si trasformano in vere e proprie emergenze che compromettono pesantemente la salute pubblica”. E si tratta di fenomeni che sono destinati a peggiorare, anche a causa della crisi energetica e dei rincari che rischiano di mandare – da un anno a questa parte – al collasso le strutture sanitarie.

BLACKOUT DELLE STRUTTURE

Infatti, in base a una rilevazione condotta su oltre 200 strutture su tutto il territorio nazionale, Aiop evidenzia come tra gli anni della pandemia i costi dell’energia elettrica delle strutture sanitarie e sociosanitarie accreditate siano aumentati di circa 3 volte e quelli del gas di 4,7 volte. “A essere compromessa, dice l’Associazione, è la sostenibilità stessa di strutture e di tutti i servizi ospedalieri resi alla popolazione” con il “rischio di interrompere le prestazioni e le cure erogate” che ormai sembra ineluttabile. “Se non si interviene con misure urgenti, la componente di diritto privato del Servizio sanitario nazionale non potrà più continuare a tutelare il diritto alla salute della popolazione” conclude Cittadini. “Un cittadino che rinuncia a curarsi è la più grande sconfitta per uno Stato di diritto quale è il nostro”.

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