Attualità

#ChatGPTDown, da ore un blackout mondiale

La piattaforma è in crash da ore in tutto il mondo. Un mese fa Trump......

di Angelo Vitale -


#ChatGPTDown: crash, tutto fermo, non risponde da diverse ore: il problema è iniziato oggi dalla mattina presto, intorno alle 8-9 in Italia. Il servizio è bloccato a livello globale, con disservizi segnalati in Europa, America, Asia e in molte altre regioni del mondo. Gli utenti trovano la pagina caricata ma senza risposte alle loro domande, mentre l’applicazione mobile si blocca sulle schermate iniziali. OpenAI ha confermato l’interruzione tramite il suo sito di monitoraggio, ammettendo alti tassi di errore e latenza elevata senza però fornire una causa ufficiale o una tempistica certa per il ripristino.

#ChatGPTDown fa tendenza da ore

La piattaforma non funziona né per utenti gratuiti, né per gli abbonati a ChatGPT Plus e la API di OpenAI risulta anch’essa compromessa. OpenAI ha dichiarato di essere al lavoro per individuare e risolvere l’anomalia, ma attualmente non ha rilasciato dettagli specifici. intanto, pare evidente che l’aumento esponenziale degli utenti (oltre 800 milioni) metta sotto pressione le sfide di scalabilità e resilienza della piattaforma.

L’azienda ha assicurato massimo impegno e trasparenza nel risolvere il problema, mentre le segnalazioni sui social e sui siti di monitoraggio sono diventate moltissime, con l’hashtag #ChatGPTDown che è subito diventato di tendenza a livello globale.

Perché tutto questo?

Le cause possibili spaziano da un aggiornamento software fallito a un attacco informatico di tipo DDoS o a problemi legati all’infrastruttura cloud sottostante.

Alcuni ipotizzano che un errore tecnico possa aver innescato una catena di malfunzionamenti nei sistemi di bilanciamento del carico o accesso alle interfacce API. Mentre alcuni ricercatori avevano già notato rallentamenti e risposte incomplete nelle ore precedenti al blackout.

Il problema evidenzia la fragilità strutturale di piattaforme AI centralizzate e la dipendenza crescente dell’economia digitale da servizi gestiti da pochi grandi attori.

A distanza di solo un mese, torna di attualità ora l’intervento di Donald Trump che chiedeva una “sovranità digitale” americana sull’intelligenza artificiale annunciando l’avvio di una commissione federale per studiare le vulnerabilità del settore.

Una richiesta collegata al piano strategico “America’s AI Action Plan” presentato il 23 luglio per puntare a consolidare il primato tecnologico degli Stati Uniti nel campo dell’intelligenza artificiale attraverso deregulation, investimenti infrastrutturali e controlli sulle esportazioni tecnologiche.


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