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Argentina, chi è Javier Milei e perché vincerà le prossime elezioni

di Martina Melli -


L’Argentina va incontro alle elezioni più imprevedibili degli ultimi 30 anni e lo fa portando in trionfo un candidato insolito, un vero e proprio outsider della politica: Javier Milei. Il Paese sudamericano domenica voterà per le presidenziali in uno scenario socio economico molto complesso: l’inflazione che rasenta il 200%, le casse della banca centrale praticamente vuote, il vertiginoso aumento della povertà e la valuta nazionale che fluttua di continuo, cancellando il valore reale degli stipendi e dei risparmi delle persone.

In questo scenario drammatico, di grande frustrazione popolare, protagonista indiscusso è Javier Milei, il candidato anti-establishment che ha rivoluzionato gli schemi tradizionali della politica argentina. 52 anni, capelli lunghi sapientemente spettinati e giacca di pelle, è l’emblema della rabbia degli elettori nei confronti dell’élite politica. Milei non risparmia a nessuno insulti e imprecazioni, sia a politici di sinistra che di destra. Economista ed ex conduttore radiofonico, già prima di entrare in politica lanciava invettive sia contro i governanti peronisti che contro i leader della coalizione di opposizione di centrodestra.

“Fanno tutti parte della stessa casta – ama ripetere – la loro unica preoccupazione è preservare i propri privilegi; a loro non interessa il progresso della nazione, tanto meno le condizioni di vita della gente”. È stato spesso paragonato a Trump o Bolsonaro, e per alcuni ricorda addirittura Beppe Grillo. Ideologicamente si posiziona a destra, e fulcro della sua campagna sono la riforma economica e la lotta alla corruzione. Antiabortista e antifemminista, Milei ha dichiarato guerra aperta allo Stato: intende privatizzare qualsiasi cosa.

“Il discorso di Milei”, spiega il giornalista politico Martin Rodriguez Yerba di La Nacion, “riesce a rompere gli schemi tradizionali a cui siamo abituati: promuove la fine dell’assistenzialismo statale, piace ai giovani di tutte le classi sociali e a tanti disillusi dalla politica. La sua trasversalità rende la vita molto difficile ai suoi avversari”.

Alle primarie di metà agosto, Milei ha battuto ogni previsione, superando sia il candidato del governo Sergio Massa che la candidata dell’opposizione di centrodestra Patricia Bullrich. Uno dei pilastri del suo programma economico è la dollarizzazione dell’economia argentina: per far fronte alla volatilità della moneta nazionale e alla scarsa reputazione di Buenos Aires nel circuito finanziario internazionale, Milei vorrebbe sostituire il peso con il dollaro. Un’idea considerata irrealizzabile, per diverse ragioni, dalla stragrande maggioranza degli economisti.


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