Torino

Città della Salute: ecco le Linee Guida mondiali per l’ipertensione arteriosa

di Redazione -


Torino protagonista grazie alla Città della Salute e della Scienza

La Città della Salute e della Scienza di Torino ha curato la redazione delle Linee Guida mondiali 2025 per la diagnosi e la terapia personalizzata dell’ipertensione arteriosa. Il documento è stato elaborato sotto l’egida della Endocrine Society e coinvolge esperti internazionali.

L’ipertensione: un problema diffuso e pericoloso

L’ipertensione arteriosa interessa oltre un quarto della popolazione adulta — più di un milione di persone solo in Piemonte — e costituisce il principale fattore di rischio modificabile per ictus, infarto, insufficienza cardiaca e renale.
Non tutte le forme sono uguali: identificare precocemente le cause secondarie, come l’iperaldosteronismo primitivo, consente di adottare terapie mirate e di ridurre in modo significativo il rischio di complicanze cardiovascolari a lungo termine.

Il contributo di Torino e del professor Mulatero

Il professor Paolo Mulatero, del Centro universitario di Eccellenza Europeo per la Diagnosi e la Terapia dell’Ipertensione Arteriosa della Città della Salute e della Scienza di Torino (diretto dal professor Franco Veglio), è stato l’unico rappresentante italiano e uno degli esperti europei coinvolti nella stesura delle nuove Linee Guida. Specialista di ipertensione e studioso dell’aldosterone, Mulatero ha contribuito alla definizione dei protocolli diagnostici e terapeutici, confermando il ruolo di eccellenza del centro torinese nella ricerca e nella cura delle patologie cardiovascolari.

L’iperaldosteronismo: una patologia spesso nascosta

L’iperaldosteronismo si verifica quando le ghiandole surrenali producono un eccesso di aldosterone, causando ritenzione di sodio, ipertensione resistente e riduzione del potassio. I pazienti affetti presentano un rischio cardiovascolare superiore rispetto a chi soffre di ipertensione essenziale, con danni a cuore, reni e vasi sanguigni e un aumento della mortalità cardiovascolare.
Questa condizione può interessare fino al 10% degli ipertesi (tra 60 e 100 mila persone in Piemonte), ma spesso non viene riconosciuta perché i sintomi sono simili a quelli dell’ipertensione comune, portando a trattamenti non adeguati.

Cosa raccomandano le nuove Linee guida

Il documento suggerisce di misurare in tutti i pazienti con pressione alta il rapporto aldosterone/renina, un test semplice e sensibile per individuare precocemente la patologia.
Se lo screening risulta positivo, viene raccomandato un trattamento specifico, farmacologico o chirurgico, personalizzato in base alle caratteristiche cliniche del paziente.
L’applicazione di queste indicazioni mira a migliorare il controllo pressorio e ridurre il numero di eventi cardiovascolari legati all’ipertensione.

Verso un approccio su misura

Passare dall’approccio “generico” a quello “su misura” significa identificare e trattare l’iperaldosteronismo primitivo per ottimizzare il controllo della pressione, diminuire il rischio di eventi cardiovascolari e migliorare la prognosi e la qualità di vita.

Le parole dell’esperto

“Queste Linee guida rappresentano un passo avanti fondamentale per ottimizzare la diagnosi precoce e offrire terapie sempre più personalizzate ai nostri pazienti ipertesi” dichiara il professor Paolo Mulatero.

ilTorinese.it


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