Esteri

Trump inarrestabile, cosa ne sarà di Nikki Haley e Ron DeSantis?

di Martina Melli -


Dopo la ritirata di Ron DeSantis, la vittoria in Iowa e quella in New Hampshire – dove ha staccato NIkki Haley di “solo” 12 punti – Trump va avanti inarrestabile. I numeri, i sondaggi e gli umori generali del partito lo danno candidato certo alle presidenziali di novembre, anche se la ex governatrice della Carolina del Sud non sembra ancora pronta a mollare. Mrs Haley infatti, nel pacato New Hampshire, ha raccolto i voti della destra moderata e di tutti quegli elettori non registrati (probabilmente dem) che sono corsi a votare per ostacolare la cavalcata del tycoon.

L’ex governatrice, malgrado la fortissima pressione mediatica e politica che la spinge a ritirarsi per salvare la faccia, sembra voler resistere almeno fino alle primarie del 24 febbraio in South Carolina, dove per l’appunto giocherà in casa. Per fare ciò, però, deve superare la probabile sconfitta in Nevada, il prossimo 8 febbraio.

Haley si pone come “alternativa ad una classe politica composta di anziani” ma secondo la stampa Usa questa motivazione si sta via via affievolendo così come le sue chance di proseguire la corsa alla nomination. La 52enne, ex ambasciatrice delle Nazioni Unite, ha perso nel contesto che tanto agognava: un confronto a due in uno Stato in cui gli indipendenti sono un blocco chiave e i repubblicani sono più moderati che in Iowa. Cosa farà adesso l’ex governatrice, considerando che mancano ancora 5 mesi prima che i repubblicani si riuniscano a Milwaukee per nominare il loro candidato?

Il sostegno che Trump vanta in South Carolina lo rende un terreno particolarmente rischioso per Nikki Haley che potrebbe ottenere una sconfitta imbarazzante e compromettente per qualsivoglia futura carriera alla Casa Bianca. Dall’altra parte, però, risuonano le parole pronunciate martedì dalla sua responsabile, Betsy Ankeny: “Nonostante la narrazione dei media, c’è un terreno fertile per Nikki” in Stati come Virginia, Texas, Maine, Massachusetts, Minnesota.

Il fatto che negli ultimi mesi abbia intensificato le critiche a Trump – di cui sberleffa età e acutezza mentale – potrebbe danneggiarla sia a lungo termine (inimicandosi i fan accaniti e ipotecando così il loro prezioso sostegno nel 2028) che nel breve termine (prendendo di mira Trump va quasi a rafforzare la causa di Biden). Potrebbe altrimenti tenere duro, indipendentemente da ciò che accadrà nella Carolina del Sud, nella speranza che siano i 91 reati di cui è accusato il magnate a travolgerlo.

E DeSantis? Malgrado abbia fatto il possibile per uscirne al meglio, appoggiando il suo ex avversario, ora dovrà fare i conti con gli abitanti dello Stato che governa, agli occhi dei quali sembra aver perso non poca credibilità.


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