Politica

Covid. Barricate a 5 Stelle contro la Commissione. Bassetti: “Ma chi ha fatto bene non può aver paura”

di Giovanni Vasso -

MATTEO BASSETTI MEDICO DIRETTORE CLINICA MALATTIE INFETTIVE OSPEDALE POLICLINICO SAN MARTINO


“Chi è sicuro delle scelte compiute, non può avere paura. La commissione d’inchiesta sul Covid lavorerà bene se, invece di cercare colpevoli da gettare alle forche caudine si impegnerà a cercare gli errori per evitare di commetterne di nuovi in futuro”. Matteo Bassetti, primario del reparto di malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, crede che l’istituzione della commissione possa essere un’occasione da non perdere, per la politica. “Ma non sia occasione per il revanscismo no vax”.

Dottor Bassetti, il parlamento ha dato il via libera alla Commissione d’inchiesta sul Covid…
Era stata ampiamente annunciata e non poteva non arrivare. Qualcuno, critico, dice che è tardi. In realtà, credo che, per quello che è stato il periodo orribile della pandemia, che è ancora nella mente di molti di noi, far passare un pochino più di tempo potrebbe consentire di giudicare gli eventi con più lucidità e, forse, con maggiore compostezza. In altri Paesi ci si è mossi prima, con l’istituzione di commissioni, formate da medici, ricercatori e politici, che hanno valutato l’opportunità delle decisioni che, a causa dell’emergenza, sono state prese abbastanza al buio. In Italia si è scelto di percorrere una strada diversa, quella della politica. Che però, a mio parere, deve fermarsi a valutare e a giudicare su quelle che erano le opzioni e le scelte, politiche, assunte durante la pandemia.

In che senso?
Se la commissione parlamentare giudicherà se è stato giusto imporre lockdown e coprifuoco, se le mascherine che abbiamo comprato erano adeguate, se l’obbligo di indossarle andava tolto prima, sulla composizione del Cts, sulla chiusura delle scuole, insomma, se si incarica di valutare le decisioni più politiche che scientifiche, bene. Se invece deciderà di spingersi sul terreno della medicina e della scienza, come purtroppo sembrerebbe essere, e cioè vorrà prendere posizione sulle vaccinazioni, allora consentitemi di dire che credo che ci sia un’invasione di campo. Non spetta al parlamento italiano dichiarare se i vaccini funzionino. Questo, semmai, lo decidono le società scientifiche, i medici e i ricercatori. Ciò detto credo che la politica abbia commesso degli errori, in buona fede. Ed è giusto che siano sottolineati. Non vorrei, però, che l’istituzione della commissione Covid si trasformi in un’occasione per il revanscismo no vax.

La decisione del Parlamento ha comportato molta agitazione tra le forze politiche.
Non sono un politico. Se ci sarà una commissione composta in maniera appropriata riguardo alla sua composizione, che sappia essere imparziale e che andrà a valutare i fatti, non vedo perché si debba averne paura se valuterà le decisioni politiche, dicendo quali sono state quelle rivelatesi esatte e quelle errate. Evidentemente ha paura chi sa già di aver commesso qualche errore. Se domani mattina decidessero di fare un’inchiesta parlamentare sul mio operato, non avrei nessuna paura perché so di avere sempre agito secondo scienza e coscienza, seguendo quelli che sono i dettami della mia professione.
Qualcun altro, invece, ne parla già di un’occasione di “riconciliazione” nazionale.
Non si può contrapporre alla scienza, l’anti-scienza. La riconciliazione può essere solo una. Che chi si è scagliato contro le vaccinazioni dica che è stato grazie ai vaccini se noi oggi siamo tornati ad avere la vita che avevamo. E questo non lo dico io, non lo dice Fauci. Ma i numeri. La conditio sine qua non è che si parta dal presupposto che i vaccini hanno messo un punto e a capo al Covid e che, nella storia moderna, hanno cambiato la nostra vita in meglio. Ma non si può immaginare di mettere allo stesso tavolo chi ha “curato” il Covid con le “pozioni magiche”. Altrimenti non c’è possibilità.

Perché?
Mi sentirei in imbarazzo se la commissione, dunque il Parlamento, dicesse che i vaccini non andavano fatti e hanno effetti collaterali. Dire che saremmo arrivati alla soluzione alla pandemia anche senza i vaccini, sarebbe affermare una stupidaggine talmente grande che il mondo intero si ribellerebbe all’Italia. E non credo che il nostro Paese voglia ritrovarsi isolato dal punto di vista scientifico nel mondo.

Quali decisioni andrebbero approfondite dal lavoro della commissione?
Sono stato tra i più critici rispetto alle scelte dell’ex ministro Roberto Speranza. È giusto sottolineare due cose: la politica dovrebbe dire, con certezza, che il Cts non può essere composto con gli stessi criteri politici coi quali ci si spartisce il Cda della Rai. Deve assumere i migliori ricercato a livello nazionale. E purtroppo quel Cts non era rappresentativo delle migliori menti del nostro Paese. Ricordo che nella prima fase, in quel comitato tecnico scientifico non c’era neanche un medico che si fosse trovato a dover combattere il Covid in una delle cinque Regioni in cui s’è inizialmente registrata la pandemia. Seconda critica: ho attaccato la chiusura delle scuole, oggi ne vediamo i risultati. Tutti se lo sono dimenticati ma a maggio 2020, mentre i ragazzi francesi rientravano in classe, noi chiudemmo le scuole per riaprirle nel 2021. Vogliamo parlare poi dei lockdown alle dieci di sera, degli aperitivi in spiaggia alle sei con la mascherina? Diciamo che alcune decisioni sono state quantomeno bizzarre.

Cosa c’è di buono, invece, da salvare?
Vorrei che la parte sui vaccini non fosse accomunata a tutto il resto. Confido che anche la parte politica che sostiene l’attuale governo abbia apprezzato il lavoro del generale Figliuolo, o non lo avrebbero messo a fare il commissario della ricostruzione in Emilia Romagna. La nostra campagna vaccinale è stata fatta bene, meglio di tanti altri Paesi. Abbiamo avuto percentuali di vaccinazioni che da medico inorgogliscono. Mi auguro che la commissione non sia un modo di gratificare una parte, spero minoritaria, che è ancestralmente contro le vaccinazioni perché sarebbe un peccato. Se la commissione fosse animata da sentimento anti-vaccinista, non farebbe bene. Farebbe benissimo, invece, se non cercasse di dare in pasto eventuali errori e “colpevoli” a chissà quali forche caudine ma se andasse a ricercare gli errori, per imparare la lezione della pandemia e non farne in più se dovesse, e speriamo mai, ricapitarci di affrontarne un’altra.


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