Da rottamatore a Riformista Renzi ora guarda al centro
MATTEO RENZI POLITICO
Occhi puntati su Matteo Renzi, e non (solo) per l’esordio da direttore de Il Riformista, oggi in edicola. Il leader di Italia viva in questi giorni parla con piacere del suo nuovo e inedito incarico sulla poltrona appena lasciata da Piero Sansonetti, migrato a L’Unità, alla sua ennesima resurrezione. Ma sarebbe ingenuo pensare che ora il senatore di Firenze voglia dedicarsi più al giornalismo che alla politica. Anche perché negli scorsi giorni sono partite le grandi manovre dei centristi, che – a partire da Beppe Fioroni, fresco di addio al Pd – vedono nell’ex premier un interlocutore privilegiato.
Certo è che, almeno stando alle parole dello stesso Renzi, nonostante il fallimento del Terzo polo, l’alleanza elettorale con Azione di Carlo Calenda resta in essere in vista delle Europee dell’anno prossimo. Così come è confermato l’invito a +Europa. Poi, appunto, ci sono i centristi, spinti ad aggregarsi anche e soprattutto dalla svolta a sinistra del Pd di Elly Schlein, che apre le sempreverdi praterie nel mezzo dei due schieramenti principali, destra-centro e sinistra-centro. In politica si sa non esistono spazi vuoti e quel centro che non si riconosce nella maggioranza guidata dalla destra di governo della premier Giorgia Meloni né nella sinistra-sinistra del nuovo corso del Pd – e che soprattutto ha un elettorato orfano – si sta ricompattando in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.
Renzi intanto fa Renzi e spara a zero contro il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che “sui social è contro l’esecutivo e in Aula fa gli accordi sulle poltrone (l’ultimo beneficiato è stato l’ormai mitologico Bonafede)”. L’ex segretario del Pd non ha dubbi che in caso di difficoltà, in virtù degli ultimi accordi, ad andare in soccorso della Meloni sarà proprio Conte.
Ne ha anche per la Meloni. “Felice per aver tagliato di quattro miliardi le tasse, si è lanciata in una spericolata affermazione: abbiamo fatto il più grande taglio di tasse degli ultimi decenni. È un’affermazione palesemente falsa. Glielo abbiamo fatto notare sui social immediatamente ma questo non ha impedito che tutti i TG riportassero la frase sul più grande taglio di tasse degli ultimi decenni. Purtroppo la verità è che la realtà cede il passo alla ideologia, alla narrazione, alle falsità. I numeri non contano”, scrive sulla sua eNews.
A proposito di tasse, Renzi anticipa che ne parlerà anche nel primo numero del Riformista. “Sarà un giornale molto diverso da come ve lo aspettate. Non sarà il gazzettino di Italia Viva, ma sarà un luogo di libertà, di spazio, di confronto. Ogni giorno ci sarà un paginone centrale con idee diverse (domani sarà su Biden). Ci saranno piccole e grandi provocazioni. Speriamo di offrire una palestra per tenere la mente in esercizio: nel tempo degli slogan, le idee valgono doppio”. Vetrina “istituzionale” per il lancio della nuova veste del quotidiano: con Bruno Vespa su Rai1, prima a Cinque Minuti e poi a Porta a Porta. Ma – assicura l’ex premier – le cose vanno bene pure per il suo partito. “Italia viva? È più viva che mai. Il tesseramento procede meglio degli anni scorsi. Le adesioni crescono. Il 10 giugno a Napoli decideremo che fare da grandi”.
separato in casa con Calenda alle Europee
Il capitolo più scottante, il nodo più delicato – no, non sono gli speech di Renzi profumatamente pagati in terra d’Arabia – è ovviamente il rapporto con Calenda. A proposito del naufragio del Terzo polo, Renzi sottolinea che “la rottura è inspiegabile persino per gli addetti ai lavori. Un’alternativa riformista al sovranismo della Meloni e all’estremismo della Schlein deve esserci. Lo chiede la società italiana, non io”. Ciò detto, chiarisce il leader di Iv, “ci siamo impegnati a fare una lista unica alle Europee del 2024, aperta a Più Europa e alle forze civiche. Significa puntare al 10% per essere decisivi in Europa e credibili in Italia. Noi ci siamo. Vedremo se l’assemblea nazionale di Azione cambierà linea e perché”, puntualizza Renzi, sfatando anche il mito dello scontro tra due personalità ingombranti. “Ho nominato Calenda viceministro, ambasciatore, ministro. L’ho sostenuto per il Parlamento europeo, per il Comune di Roma, come leader del Terzo polo. Gli ho trasferito un milione e mezzo di euro dai fondi di Italia viva per le campagne di affissione col suo volto. Non mi pare di essere io il problema, insomma”.
Circa l’accordo elettorale per le Europee, più che la società italiana lo chiedono i sondaggi. O meglio, i sondaggi dicono chiaramente che Iv e Azione correndo da sole non supererebbero la soglia di sbarramento del quattro per cento. Anche perché il soufflé Terzo polo, che non si è mai gonfiato, ha fatto calare ulteriormente i consensi per i due alleati/separati in casa. Quorum/Youtrend per SkyTg24 dice che i leader di Azione e di Italia viva hanno perso due punti a testa nel gradimento degli elettori rispetto al 24 aprile, restando agli ultimi due posti nella classifica della fiducia: nello specifico, Calenda è penultimo con il 15 per cento, mentre Renzi è fanalino di coda col 13 per cento.
E’ immaginabile quindi che il leader di Iv utilizzerà la vetrina del Riformista per recuperare nei sondaggi ma soprattutto per attrarre altri riformisti delusi nel Pd (e magari pure in Forza Italia). In ogni caso, acquisire lettori di Fi è un obiettivo dichiarato: il direttore responsabile del Riformista è Andrea Ruggieri, ex parlamentare azzurro (e nipote di Vespa). Presentazione e lancio “in famiglia”, insomma.
Certo è che, almeno stando alle parole dello stesso Renzi, nonostante il fallimento del Terzo polo, l’alleanza elettorale con Azione di Carlo Calenda resta in essere in vista delle Europee dell’anno prossimo. Così come è confermato l’invito a +Europa. Poi, appunto, ci sono i centristi, spinti ad aggregarsi anche e soprattutto dalla svolta a sinistra del Pd di Elly Schlein, che apre le sempreverdi praterie nel mezzo dei due schieramenti principali, destra-centro e sinistra-centro. In politica si sa non esistono spazi vuoti e quel centro che non si riconosce nella maggioranza guidata dalla destra di governo della premier Giorgia Meloni né nella sinistra-sinistra del nuovo corso del Pd – e che soprattutto ha un elettorato orfano – si sta ricompattando in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.
Renzi intanto fa Renzi e spara a zero contro il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che “sui social è contro l’esecutivo e in Aula fa gli accordi sulle poltrone (l’ultimo beneficiato è stato l’ormai mitologico Bonafede)”. L’ex segretario del Pd non ha dubbi che in caso di difficoltà, in virtù degli ultimi accordi, ad andare in soccorso della Meloni sarà proprio Conte.
Ne ha anche per la Meloni. “Felice per aver tagliato di quattro miliardi le tasse, si è lanciata in una spericolata affermazione: abbiamo fatto il più grande taglio di tasse degli ultimi decenni. È un’affermazione palesemente falsa. Glielo abbiamo fatto notare sui social immediatamente ma questo non ha impedito che tutti i TG riportassero la frase sul più grande taglio di tasse degli ultimi decenni. Purtroppo la verità è che la realtà cede il passo alla ideologia, alla narrazione, alle falsità. I numeri non contano”, scrive sulla sua eNews.
A proposito di tasse, Renzi anticipa che ne parlerà anche nel primo numero del Riformista. “Sarà un giornale molto diverso da come ve lo aspettate. Non sarà il gazzettino di Italia Viva, ma sarà un luogo di libertà, di spazio, di confronto. Ogni giorno ci sarà un paginone centrale con idee diverse (domani sarà su Biden). Ci saranno piccole e grandi provocazioni. Speriamo di offrire una palestra per tenere la mente in esercizio: nel tempo degli slogan, le idee valgono doppio”. Vetrina “istituzionale” per il lancio della nuova veste del quotidiano: con Bruno Vespa su Rai1, prima a Cinque Minuti e poi a Porta a Porta. Ma – assicura l’ex premier – le cose vanno bene pure per il suo partito. “Italia viva? È più viva che mai. Il tesseramento procede meglio degli anni scorsi. Le adesioni crescono. Il 10 giugno a Napoli decideremo che fare da grandi”.
separato in casa con Calenda alle Europee
Il capitolo più scottante, il nodo più delicato – no, non sono gli speech di Renzi profumatamente pagati in terra d’Arabia – è ovviamente il rapporto con Calenda. A proposito del naufragio del Terzo polo, Renzi sottolinea che “la rottura è inspiegabile persino per gli addetti ai lavori. Un’alternativa riformista al sovranismo della Meloni e all’estremismo della Schlein deve esserci. Lo chiede la società italiana, non io”. Ciò detto, chiarisce il leader di Iv, “ci siamo impegnati a fare una lista unica alle Europee del 2024, aperta a Più Europa e alle forze civiche. Significa puntare al 10% per essere decisivi in Europa e credibili in Italia. Noi ci siamo. Vedremo se l’assemblea nazionale di Azione cambierà linea e perché”, puntualizza Renzi, sfatando anche il mito dello scontro tra due personalità ingombranti. “Ho nominato Calenda viceministro, ambasciatore, ministro. L’ho sostenuto per il Parlamento europeo, per il Comune di Roma, come leader del Terzo polo. Gli ho trasferito un milione e mezzo di euro dai fondi di Italia viva per le campagne di affissione col suo volto. Non mi pare di essere io il problema, insomma”.
Circa l’accordo elettorale per le Europee, più che la società italiana lo chiedono i sondaggi. O meglio, i sondaggi dicono chiaramente che Iv e Azione correndo da sole non supererebbero la soglia di sbarramento del quattro per cento. Anche perché il soufflé Terzo polo, che non si è mai gonfiato, ha fatto calare ulteriormente i consensi per i due alleati/separati in casa. Quorum/Youtrend per SkyTg24 dice che i leader di Azione e di Italia viva hanno perso due punti a testa nel gradimento degli elettori rispetto al 24 aprile, restando agli ultimi due posti nella classifica della fiducia: nello specifico, Calenda è penultimo con il 15 per cento, mentre Renzi è fanalino di coda col 13 per cento.
E’ immaginabile quindi che il leader di Iv utilizzerà la vetrina del Riformista per recuperare nei sondaggi ma soprattutto per attrarre altri riformisti delusi nel Pd (e magari pure in Forza Italia). In ogni caso, acquisire lettori di Fi è un obiettivo dichiarato: il direttore responsabile del Riformista è Andrea Ruggieri, ex parlamentare azzurro (e nipote di Vespa). Presentazione e lancio “in famiglia”, insomma.
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