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Dal 24 febbraio entrati in Italia 100mila rifugiati dall’Ucraina: ai valichi, i Blue Dot

di Redazione -


Grazie a UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, e Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, arrivano in Italia i Blue Dot, per migliorare l’assistenza ai rifugiati dall’Ucraina. Sono spazi di supporto per minorenni, donne, famiglie e altre persone con esigenze specifiche e sono stati installati in Friuli Venezia Giulia, nei valichi di frontiera di Fernetti, in provincia di Trieste, e Tarvisio, in quella di Udine.
Un’azione che serve ad affrontare l’ampio impatto del fenomeno. Dall’inizio del conflitto, lo scorso 24 febbraio, sono arrivati in Italia quasi 100mila rifugiati dall’Ucraina, di cui oltre 50mila donne e oltre 35mila bambini. Di questi, oltre 93mila sono entrati in Italia attraverso i valichi di frontiera terrestre, principalmente quello di Fernetti e Tarvisio.
Poiché le persone in arrivo sono visibilmente affaticate dal viaggio e provate dal conflitto e dalla fuga e, sia durante il viaggio che una volta in Italia, esposte al rischio di abusi, violenza di genere, e – per i bambini – al rischio di separazione familiare., i due centri di supporto Blue Dot avviati in frontiera dall’UNHCR e UNICEF – in partnership con ARCI, D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza), Save the Children, l’associazione Stella Polare e in stretta collaborazione con le autorità locali – vogliono fornire una prima risposta ai loro bisogni più urgenti.
“Per i rifugiati il rischio di subire violenza di genere, tratta, abusi, traumi psicologici o di separarsi dalle proprie famiglie è molto alto, soprattutto alla luce del fatto che circa il 90% delle persone in fuga dall’Ucraina sono donne e bambini- sottolinea Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino-. Per questo motivo insieme ai partner abbiamo voluto dare una risposta concreta attivando i Blue Dot in frontiera – un luogo sicuro dove potranno accedere immediatamente ai servizi di cui hanno bisogno”.
I Blue Dot nascono proprio come spazi di supporto per la protezione dei bambini, delle donne e delle famiglie, e sono diventati una modalità diffusa di assistenza in contesti di emergenza. Dall’inizio della crisi ucraina, le due Agenzie ne hanno attivati 20 in 6 Paesi ad oggi maggiormente coinvolti dai flussi in ingresso, mentre altri 29 sono pianificati e in via di attivazione.
Questi spazi sono luoghi di ristoro a misura di donne e bambini. E forniscono informazioni affidabili, anche grazie al coinvolgimento di operatrici e operatori sociali, psicologi, mediatori linguistico-culturali. Tra i servizi offerti, l’individuazione, l’assistenza e l’invio di minorenni a rischio – inclusi i minorenni stranieri non accompagnati – e di persone con bisogni specifici ai servizi sul territorio; primo supporto psico-sociale; e consulenza legale di base. E anche giochi, grazie a Clementoni, Libro Gioco e Imparo, l’app digitale Smart Tales, gli activity book e puzzle con le grafiche dello street artist romano Merioone.
Un’azione, insomma sistemica e integrata “attraverso un coordinamento degli sforzi a favore di tutti i rifugiati e migranti in ingresso. Lavoreremo inoltre a supporto della autorità e insieme alla comunità ucraina in Italia per garantire assistenza anche nelle fasi successive di accoglienza”, precisa Anna Riatti, coordinatrice della Risposta Unicef in Italia.


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