Politica

De Carlo stoppa l’ultimatum di Zaia: “Il Veneto non è feudo della Lega”FdI rivendica il peso della coalizione

di Ivano Tolettini -


“La Lega non può dire che il candidato governatore è suo”. Con questa frase Luca De Carlo, senatore e coordinatore veneto di Fratelli d’Italia, mette un punto fermo nella partita per la successione a Luca Zaia. Un messaggio che potrebbe ribaltare i rapporti di forza interni al centrodestra veneto – l’ultima parola spetterà ai leader tra una settimana con la scelta del candidato – e che risuona come un avvertimento politico: il Veneto non è più un feudo esclusivo del Carroccio. La replica di De Carlo arriva dopo le parole del governatore, che aveva ammonito: se il candidato non sarà leghista “sarà un problema”. Una frase che il senatore interpreta in due modi: “Se Zaia si riferiva alla perdita di consenso della Lega, nulla da eccepire. Ma se alludeva alla tenuta della coalizione, si tratta di un messaggio pericoloso”. FdI, forte del sorpasso elettorale registrato alle ultime Europee, rivendica un ruolo centrale. In Veneto il partito di Meloni ha sfondato il 37%, consolidando la leadership nazionale e regionale.

La scelta del candidato per De Carlo

Per De Carlo, la scelta del candidato dovrà passare dal tavolo della coalizione: “Quello che decideranno i leader sarà la linea”. La strategia è chiara: nessun automatismo, nessuna designazione ereditaria. La successione a Zaia non potrà essere una prerogativa della Lega, ma il frutto di un accordo complessivo che coinvolga anche Puglia e Campania, le altre due regioni al voto. Ieri a Verona, all’inaugurazione di Marmomac, il governatore ha ribadito il suo messaggio: “Non avere in Veneto un candidato della Lega vuol dire partire penalizzati, perché il centrodestra rinuncerebbe a dare continuità a quindici anni di buona amministrazione a guida Lega. Quando ho detto «se non è della Lega sarà un problema», intendevo proprio questo”. Zaia ha alzato il tono, ma senza uscire dai binari istituzionali: “Per noi conta moltissimo avere un candidato della Lega per dare continuità a questa amministrazione. Siamo al riscaldamento a bordo campo: è legittimo che ognuno nel centrodestra porti le sue istanze. Io ho portato le mie. Non considero lesa maestà le richieste degli altri, ma certo se non sarà un nostro candidato si parte svantaggiati”. Salvini, nel frattempo, ha messo sul tavolo il nome di Alberto Stefani, deputato e segretario veneto della Lega. Ma lo stesso leader del Carroccio ha dovuto ammettere che spetterà alla coalizione trovare l’intesa, con un negoziato che riguarda anche le altre sfide regionali. De Carlo, dal canto suo, mantiene un registro pragmatico. Nessuno scontro frontale con Zaia, ma paletti chiari: “Il Veneto non è una proprietà privata, qui la coalizione decide insieme”. È la fotografia di un equilibrio che si è rovesciato: da alleanza sbilanciata verso la Lega, il centrodestra è oggi guidato da Fratelli d’Italia. Il senatore chiude con una previsione che suona come un’ulteriore mossa tattica: “Credo che tutto si chiarirà dopo le elezioni delle Marche, quindi a partire dalla prossima settimana. Passate quelle, non ci sarà null’altro da valutare politicamente e la decisione sul candidato veneto e delle altre regioni che andranno al voto si chiarirà”. Quello che pensa anche Zaia e che ha detto ieri. La palla, dunque, torna al tavolo nazionale. Ma il messaggio finale è firmato De Carlo: nessuna rendita di posizione, nessuna successione automatica. In Veneto, e nel centrodestra, la partita è tutta aperta.


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