Politica

Delmastro e Santanché, irritazione dal ministero: “Riforma necessaria”

di Giovanni Vasso -


È bagarre tra il governo e la magistratura, dal ministero della Giustizia trapela irritazione nei confronti della scelta, bollata, da fonti citate dalle agenzie di stampa, come “irrazionale e irragionevole”. Secondo quanto si direbbe dalle parti del dicastero diretto dal ministro Carlo Nordio, i casi legati alle vicende che vedono protagonisti il deputato Andrea  Del Mastro e il ministro al Turismo Daniela Santanché confermerebbero la necessità “di una riforma radicale che attui pienamente il sistema accusatorio”.

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La questione diventa di centrale importanza perché, posta così, mette in discussione le basi stesse del processo penale. Che al sistema accusatorio si ispira ma che, evidentemente, dalle parti del ministero della Giustizia ritengono che il passaggio non si sia ancora compiuto né maturato. In particolare, è il caso dell’imputazione coatta richiesta a carico di Del Mastro “L’accusa non farà altro che insistere nella richiesta di proscioglimento in coerenza con la richiesta di archiviazione. Laddove, al contrario, chiederà una condanna non farà altro che contraddire se stesso”. E ancora: “Nel processo accusatorio il pm è il monopolista dell’azione penale e quindi razionalmente non può essere smentito da un giudice sulla base di elementi cui l’accusatore stesso non crede”. Poi si smontano le scelte dei giudici: “La grandissima parte delle imputazioni coatte si conclude, infatti, con assoluzioni dopo processi lunghi e dolorosi quanto inutili, con grande spreco di risorse umane ed economiche anche per le necessarie attività difensive”.

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