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Divorato dagli squali: orrore nelle acque di Hadera

Sub divorato dagli squali a pochi metri dalla riva colma di turisti.

di Gianluca Pascutti -

@ANSAfoto


Un gruppo di squali bruni — una specie ritenuta innocua per l’uomo — ha attaccato improvvisamente un sub mentre stava effettuando delle riprese subacquee. Tutto è accaduto nelle acque israeliane di Hadera, davanti a numerosi turisti che hanno assistito all’orrore: le acque si sono tinte di rosso mentre l’uomo, in preda al panico, cercava aiuto con urla strazianti.

I predatori del mare

Un fatto alquanto insolito, considerando la specie coinvolta. Questi predatori appartengono infatti a un gruppo di pesci cartilaginei generalmente pacifici. Le vittime umane causate dagli squali — circa dieci ogni anno — sono di solito attribuite ad altre specie: lo squalo tigre, possente e solitario; lo squalo mako, velocissimo e vorace; lo squalo leuca, capace di adattarsi anche ad acque basse e salmastre; e naturalmente il re dei mari, lo squalo bianco, al vertice della catena alimentare.

I fatti

La vittima, un uomo di 40 anni di origini israeliane, si era appena immerso nelle acque di Hadera, molto frequentate nel mese di aprile. Il mare calmo offriva condizioni ideali per filmare i numerosi squali bruni che solitamente stazionano a pochi metri dalla riva. Improvvisamente, uno degli squali — probabilmente il più audace del gruppo e forse attratto dalla piccola action camera — ha morso il sub a un arto, provocandogli una grave ferita con perdita di sangue. A quel punto si è scatenato il fenomeno noto come frenesia alimentare: gli altri squali si sono avventati sulla vittima, divorandola in pochi istanti.

I sospetti

Gli squali raramente attaccano l’uomo con intento predatorio. Spesso infliggono un “morso d’assaggio”, abbandonando poi la preda, poiché l’essere umano non rientra nella loro dieta. Tuttavia, le ferite risultano talvolta fatali. In questo caso, si sospetta che la causa dell’attacco sia legata allo sfruttamento turistico di questa specie, considerata docile. Sempre più società di shark diving portano infatti i turisti a nuotare tra branchi di squali bruni, richiamandoli con esche alimentari. Questa alimentazione artificiale (sbagliatissima e pericolosa) potrebbe averne alterato il comportamento naturale. La piccola telecamera potrebbe essere stata scambiata per un’esca, e la ferita del sub avrebbe poi scatenato negli altri esemplari la fatale frenesia alimentare portando purtroppo alla morte il sub.


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