Attualità

La festa è finita: Djokovic domina Sinner

di Redazione -


di RAPHAEL D’ABDON

Sipario chiuso sulle ATP Finals di Torino e, dopo una settimana di santificazioni e caroselli prematuri, la montagna ha partorito il topolino: finale a senso unico, Novak Djokovic batte Jannik Sinner 6-3 6-3 in un’ora scarsa e fine della festa nazionale. Ma le cose sarebbero potute andare diversamente se il team dell’italiano non avesse preso la decisione illogica di tenere in gioco il serbo il quale, dopo la sconfitta con lo stesso Gucci Kid nel girone eliminatorio, era già con le valigie in mano. I tifosi italiani non meritavano di assistere al massacro andato in scena ieri sera al Pala Alpitour, ma soprattutto non lo meritava Sinner. L’altoatesino si era guadagnato onorevolmente la semifinale e nessuno avrebbe gridato allo scandalo se, già qualificato, avesse perso con Holger Rune nell’ultimo match del round robin. “Bravo, non si cede alle logiche del biscotto”; “Sinner è onesto e non cerca scorciatoie”; “Se deve vincere, deve farlo battendo i migliori”. Slogan assurdi, che circolavano il giorno dopo la vittoria suicida con il danese. Perfino Bubu Burioni si è accorto, a modo suo, dell’harakiri compiuto dal team del nostro atleta: “Dal gennaio 2021 a stasera la storia è la stessa: i babbei no-vax si salvano grazie a chi si è vaccinato” ha twittato il viroinfluencer. Un errore strategico madornale, dilettantesco, irrazionale per un coach esperto come Cahill. Difficile comprendere cosa possa essere passato per la testa dell’australiano: inebriato dalla vittoria con Djokovic nel girone, s’illudeva che il suo pupillo avrebbe silurato il GOAT due volte in una settimana? Pensava forse che Nole avrebbe giocato con il freno a mano tirato anche in finale? Sinner si trovava nella condizione di poter vincere il primo torneo importante della sua carriera e ha gettato alle ortiche un’opportunità d’oro che potrebbe non ripresentarsi negli anni a venire. Nel recente passato abbiamo visto in finale alle ATP Finals giocatori come Goffin, Ruud e Thiem, poi finiti nel dimenticatoio. Zverev e Tsitsipas hanno vinto le ATP Finals a 21 anni (il tedesco battendo in finale proprio Djokovic) e oggi galleggiano a stento nei top 10. Tennisticamente, Sinner non è di primo pelo (nel 2024 compirà 23 anni) e anche quest’anno chiude la stagione con un pugno di mosche in mano. Gli auguriamo di riprendersi presto da questa tranvata e di cominciare a vincere trofei importanti, magari iniziando già la settimana prossima con la Coppa Davis. A Cahill per Natale regaleremo i manuali classici di guerra (Sun Tzu, Von Clausewitz, Ludendorff, ecc.), nella speranza che li studi e che migliori le sue qualità di stratega. Se avesse letto il grande maestro cinese, avrebbe saputo che “il generale esperto crea situazioni grazie alle quali non potrà essere battuto, e non si lascia sfuggire alcuna occasione di porre in condizioni di inferiorità il nemico”. E noi avremmo finto la serata in strada a festeggiare una vittoria e non al bancone del bar a piangere una sconfitta.


Torna alle notizie in home