Dopo Imane Khelif, il gender test mette ko pure Lin
La pugile taiwanese non andrà ai mondiali di Liverpool: ecco perché
Dopo Imane Khelif, il gender test fa fuori anche Lin Yu-ting che non andrà ai mondiali di boxe. La pugile taiwanese aveva vinto, tra mille polemiche, la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi l’anno scorso. A differenza dell’atleta algerina, che ha rifiutato di sottoporsi ai controlli, Lin ha deciso di seguire le regole ma, evidentemente, i risultati del gender test per la campionessa di boxe non sono andati così come sperato.
Tanto rumore per un gender test
Lin era stata contestata già a Parigi e, insieme a Imane Khelif, era stata al centro di una polemica furibonda che intrecciava sport e ideologia politica sullo sfondo di uno scenario internazionale convulso e pieno di scontri e trappole. Di fatto, la federazione dell’International Boxing Association, l’Iba, aveva già escluso le due atlete “accusate” di essere, fisicamente, più vicine al mondo maschile che a quello femminile. Però l’Iba è struttura e federazione guidata dai russi. Tanto è bastato, al Cio, per riammetterle entrambe. Ma, per recuperare credibilità a uno sport che “vale” sempre di più, ha deciso di fondare un’altra federazione pugilistica, la World Boxing Association. Che ha imposto alla boxe femminile il gender test. Per evitare polemiche e, soprattutto, per garantire, oltre all’equità delle competizioni, anche la sicurezza di tutte le atlete che salgono sul ring.
Khelif dalla Fashion Week al Tas
La taiwanese Lin non salirà sul ring a Liverpool dove si terranno i mondiali di boxe. Imane Khelif, invece, ha adito il Tas perché non vuole sottoporsi al gender test. La battaglia giuridica è iniziata e le parti, l’entourage dell’algerina e la Wba, si stanno “scambiando” memorie e ingiunzioni in attesa dell’udienza sul caso che si terrà in Svizzera. Khelif aveva ottenuto un’eco mediatica ben più importante di quella ottenuta da Lin. Dopo le Olimpiadi, costellate da polemiche ferocissime tra cui quelle innescate dall’abbandono del ring da parte dell’italiana Angela Carini, Imane era diventata un’habituée sulle pagine di Vogue e aveva pure sfilato alla Fashion Week di Milano.
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