Attualità

D’Orsi: “Questa Unione è solo una banca. Spende più per le armi che per il clima”

di Edoardo Sirignano -

ANGELO D'ORSI DOCENTE


“Questa Unione è solo una banca. Spende più soldi per le armi che per il clima”. A dirlo Angelo D’Orsi, allievo di Norberto Bobbio e professore ordinario di Storia del pensiero politico all’Università di Torino.

Dovevamo essere la democrazia più avanzata e invece regna ancora l’incubo nucleare…

Nel 1989 Fukuyama sostenne che eravamo entrati in un’epoca di pace, progresso, civiltà e benessere. A distanza di una decina di anni, ha dovuto ammettere di essersi sbagliato. L’unica cosa permanente è solo la guerra. Gli arsenali nucleari e atomici, d’altronde, non sono stati smantellati. Dovremmo porci qualche interrogativo sul perché sia stato interrotto quel processo avviato negli anni 70 da Gorbaciov e Reagan. Ciò è avvenuto chiaramente per volontà degli Stati Uniti. Si è passati da una società bipolare a una unipolare. Il problema, però, è che il mondo è cambiato. L’esigenza di multipolarismo è diffusa, nonostante non piace alla Casa Bianca.

Ciò cosa comporta?

A parte l’Ucraina, nel mondo sono una sessantina i conflitti in corso. C’è una corsa forsennata di tutti gli Stati ad aumentare le spese per la guerra. Non è un caso che il Giappone ha deciso di aumentare il suo bagaglio militare per diventare la terza potenza al mondo. Del resto, Stoltenberg e la Nato chiedono ai Paesi membri di portare il peso del bilancio militare almeno al 2 per cento di quello complessivo. Ciò, purtroppo, non sarà il tetto, ma il pavimento. La Polonia, ad esempio, ha già fatto investimenti che si aggirano intorno al 4 per cento. Se le armi ci sono, prima o poi verranno utilizzate.

Ha senso spendere così tanto per le armi in un pianeta dove aumentano le persone che non riescono a sbarcare il lunario…

È scandaloso trascurare spese fondamentali. Vorrei ricordare che a una conferenza sul clima, svoltasi qualche anno fa a Copenaghen, fu boicottata una risoluzione in cui si chiedeva di stanziare complessivamente cento miliardi per contrastare il cambiamento climatico. Tra il 2022 e il 2023, il mondo, invece, ha speso oltre 200 miliardi per le armi, più del doppio della cifra che sarebbe servita a evitare disastri e alluvioni, come quella avvenuta in Grecia. La verità, è che siamo dei ciechi in mano a dei pazzi.

Ciò è dovuto a una classe dirigente che ha fallito?

Siamo di fronte a un fallimento totale. Se andiamo a guardare i curricula, scopriamo che un venditore di automobili diventa ministro dell’Interno, mentre uno che distribuiva bibite è titolare della Farnesina. Le scuole politiche sono finite da un pezzo. L’ultima è stata quella delle Frattocchie del Pci. Deputati e senatori, oggi, sono degli improvvisati. Il M5S, d’altronde, ha reclutato i suoi dirigenti online. Peggio ancora i curricula dei parlamentari europei.

Questa è una delle ragioni per cui in Europa non si riesce a trovare un accordo sui migranti?

L’Europa non esiste. È una finzione giuridica-propagandistica. Dai migranti alla crisi, passando per il fallimento della Lehman Brothers fino alla guerra, ha dimostrato di non avere identità, di non avere nessuna capacità di interposizione tra Oriente e Occidente.

L’Ue, invece, esiste quando alza i tassi…

L’unica Europa è quella dei banchieri. Troppo spesso finisce col diventare una gabbia. Il mondo occidentale è sotto scacco di tre o quattro istituzioni globali. Fmi, Bce e Federal Reserve decidono le sorti del pianeta premendo un bottone, ignorando la coppia che non riesce a pagare il mutuo per la casa. Se funzionasse l’Ue, dovrebbe andare incontro alle esigenze di tutti e non di pochi.

Nonostante ciò, l’Italia continua ad andare dietro a Ue e Usa. Perché?

Le due donne della politica nazionale non stanno facendo così bene. Meloni promette, sapendo di mentire. Tutti ci ricordiamo dello spot in automobile in cui diceva di voler abbattere le accise. Sono, invece, aumentate. Stesso discorso vale per le stupidaggini relative al blocco navale, roba illegale e praticamente impraticabile.

La novità è Salvini che riapre al Ponte sullo Stretto…

Non si può fare un intervento del genere in una zona sismica. Tutti gli scienziati dicono che è una follia. Non ha senso, poi, spendere cifre mostruose quando bisogna affrontare una crisi economica senza precedenti. In questo modo, si regalano solo soldi alle mafie. Guarda caso, l’ultimo annuncio di Matteo è avvenuto a pochi giorni dalla morte di Matteo Messina Denaro. Le coincidenze nascondono connessioni che non sappiamo vedere.


Torna alle notizie in home