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Dracula A Love Tale: il Vampiro che non ti aspetti!

di Cinzia Rolli -


Luc Besson ci è riuscito.

Nessun rimpianto per il Dracula di Bram Stoker di Francis Ford Coppola del 1992 che rimane comunque uno splendido film. Ma questa versione del Vampiro è davvero travolgente.

È come se finalmente  la storia di Dracula fosse spiegata senza veli e ombre,  completamente, fino in fondo, entrando non solo nell’essenza dei sentimenti del Conte Vlad ma dando al pubblico quelle risposte che bramava da sempre.

Vediamo come il Vampiro si è mosso nel corso dei quattrocento anni che lo hanno separato dall’incontro con la reincarnazione di sua moglie.

Come abbia escogitato un modo per ritrovare l’amore della sua vita mediante la creazione di un profumo capace di attrarre il sesso femminile.

Come abbia deciso di creare altri suoi simili in ogni parte del mondo in grado di essere i suoi occhi e le sue mani per poter cercare meglio Elisabetta, l’amata sposa.

Quella raccontata da Luc Besson è una storia d’amore. La storia d’amore più romantica di sempre.

E’ la narrazione del tormento di un uomo che non accetta la morte della donna che ama e persegue lo scopo di ritrovarla in un’altra vita: ella è pura e credente e può dunque reincarnarsi.

Il sangue non piace al principe Vlad, gli è necessario per mantenersi giovane.

Non si tratta di un film del terrore quindi, non ci sono quantità di sangue che scorrono copiose nella pellicola, non ci sono scene particolarmente cruente o spaventose, ma solo il racconto di una ricerca estenuante, di una gioia profonda per il ritrovamento dell’amata e la scelta di rinunciare ancora una volta a lei per il bene della donna e per ottenere  il ricongiungimento a Dio.

Nel dialogo tra il vecchio principe Vlad e il futuro marito di Mina, la reincarnazione della moglie Elisabetta, c’è tutta la storia di un amore perduto raccontata anche con momenti di ironia magistrale dal diretto protagonista.

Dracula pur combattendo lealmente per la Chiesa perde sua moglie in un vile agguato, nonostante avesse chiesto a Dio di proteggerla. Decide così di non appartenere più all’Onnipotente  ma alle tenebre. In cambio non potrà morire.

Un prete, impersonato egregiamente da Christoph Waltz, lo redime.

 Il Vampiro non può essere sconfitto con la forza ma solo con l’amore, quello stesso amore che lo ha dannato. Il religioso con poche ma efficaci parole lo colpisce a morte, ridonandogli la vita eterna.

Lo ammonisce spiegandogli che se ama davvero sua moglie non può condannarla alla sua stessa vita e che se rinuncia a trasformarla in una creatura a lui simile egli può finalmente fare ritorno alla pace del Signore.

Lo stesso Dracula chiede all’amata ritrovata se Dio potrà perdonarli e lei risponde che Egli è amore e quindi capirà.

Matilda De Angelis è davvero perfetta nel ruolo dell’amica di Elisabetta e  strumento nelle mani di Dracula per arrivare a lei.

Maliziosa, allegra, sagace e simpatica è davvero irresistibile.

Caleb Landry Jones nel ruolo di Vlad III è perfetto. È lui. È il Dracula malinconico  che ci si aspetta nel film del regista francese. Forte nei momenti della battaglia e di disobbedienza a Dio, ma estremamente passionale nel cercare di far ricordare a sua moglie la loro vita passata.

E così quando il Vampiro prende le mani di Elisabetta dicendole che è l’unica parte del corpo che non mente e lei ricorda tutto, insieme ripetono le parole con cui si sono lasciati nella vita precedente: “Prenditi cura di te mio principe, mio re, marito mio perché non posso vivere senza di te”.

Luc Besson  ha fatto centro. Dracula non è mai stato raccontato così. Tutti devono conoscere l’anima del conte che ebbe il coraggio di combattere  i Turchi, di sfidare di Dio, di vivere come morto, sconfiggere il tempo e morire infine in grazia di Dio. Per amore. Solo e soltanto per amore.


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